Brescia. Adozione internazionale, Griffini (Ai.Bi.): “Che il nuovo Governo ascolti i protagonisti dei miracoli dell’adozione. Il sistema dell’adozione internazionale va riorganizzato e semplificato”

E’ da una delle città più accoglienti d’Italia – Brescia – che arriva il primo appello dei protagonisti dell’adozione al nuovo Governo: non si chiuda l’Officina dei Miracoli. Urge tracciare il nuovo futuro delle adozioni insieme alle famiglie, alle istituzioni e agli operatori del settore.

Il Tour nazionale di Ai.Bi. “L’adozione è una cosa meravigliosa: vi presentiamo l’Officina dei Miracoli” ha fatto la sua ultima tappa a Brescia.

La neo presidente del Tribunale per i Minorenni di Brescia, Cristina Maggia – nel suo primo intervento pubblico dopo la nomina e l’insediamento, il primo marzo scorso – ha posto l’accento sulla necessità di nuovi interventi costruttivi da parte di operatori dei diritti dell’infanzia, conoscitori della materia, per rilanciare il sistema adozione italiano che in cinquantanni ha dato frutti assai positivi. “La parola d’ordine dell’adozione è ‘complessità’: ogni percorso adottivo è un percorso complesso con una storia a se‘.”  “Una ricerca fatta sul confronto tra il quinquennio (1993- 1998) precedente all’entrata in vigore della riforma del 2001 (legge n.149 che modifica legge n.184 dell”83) – che ha reso più garantiste ma anche più complesse le procedure di dichiarazione di adottabilità  –  e un quinquennio successivo (2010-2015) ha dimostrato  – continua la presidente – che a fronte di un numero costante delle disponibilità delle adozioni nazionali c è stato un crollo delle disponibilità all’adozione internazionale. Un calo imputabile ad una cultura “narcisista” sempre più predominante che vede genitori alla ricerca di figli “perfetti” e a loro “immagine” e non contempla un figlio che non risponda alle proprie aspettative

Tante le famiglie, i figli adottivi, le istituzioni e gli operatori del settore presenti  all’evento di chiusura del Tour 2018 dell’associazione Amici dei Bambini ‘L’adozione è una cosa meravigliosa: vi presentiamo l’officina dei miracoli’ che nei giorni scorsi ha fatto tappa in ben 10 città, attraversando in lungo e in largo lo Stivale e coinvolgendo oltre 400 famiglie accoglienti  interessate all’adozione.

A fare gli onori di casa presso la sala Conferenza Corrado Faissola di UBI Banca (in piazza Monsignor Almici 11) c’era il Referente UBI Comunità Macro-Area Territoriale Brescia e Nord Est, Pietro Tosana. “Abbiamo aderito all’iniziativa di Amici dei Bambini di narrare il miracolo dell’adozione ripercorrendo tutta l’Italia perché la mission di UBI Comunità è creare valore sociale sul territorio congiuntamente a quello economico. L’adozione è un doppio dono della vita: un dono per chi, adottato, nasce per la seconda volta e un dono per le coppie adottive che scelgono la strada dell’accoglienza privilegiando il dono della vita umana“.

Non è un caso se il tour della narrazione dell’officina dei miracoli resa possibile dall’adozione internazionale fa la sua ultima tappa proprio a Brescia; il secondo comune più popoloso della Lombardia è uno dei pochi, in Italia, ad aver registrato di recente un trend positivo per gli iter adottivi avviati: nel 2017 sono stati 74, 15 in più dell’anno prima. L’obiettivo per il futuro è avvicinarsi alle 166 richieste di 15 anni fa e di sostenere sempre più famiglie nel percorso adottivo e nell’incontro del figlio nato dall’altra parte del mondo.

Il vice presidente di Ai.Bi. e padre adottivo, Giuseppe Salomoni, dinanzi al crollo verticale subito dalle adozioni nell’ultimo decennio – come mostrano i dati pubblicati dalla CAI – ha sottolineato la necessità di rilanciare le adozioni internazionali in Italia a partire dalla gratuità e semplificazione dell’inter. “Dinanzi a tempi di attesa proibitivi e costi elevati per le procedure di adozioni internazionali le famiglie italiane – un tempo le più accoglienti – hanno la sensazione di dover affrontare da sole e senza alcun sostegno le difficoltà e le sfide dell’iter adottivo. Nei confronti di 140 milioni di bambini abbandonati nel mondo l’ intera collettività compie un “genocidio affettivo”, perché i minori che crescono senza famiglia all’uscita dagli orfanotrofi  – al compimento dei 18 anni – sono morti dentro.”

Accanto a lui, Mario Sberna dell’ Ufficio Pastorale familiare Diocesi di Brescia, che ha affrontato il tema dell’adozione del concepito lanciato dalla proposta di legge che porta il suo nome. “Sono circa 200 mila i bambini abortiti nell’arco di due anni. E’ come se la popolazione di un’intera città come Brescia non fosse mai venuta alla luce. Che altro aspettiamo per consentire alla vita di sorgere? La nostra proposta di legge parte dal valore della vita; una proposta di “adozione del concepito” che ho maturato personalmente come padre adottivo e volontario (insieme a mia moglie) in un Centro di aiuto alla Vita che sostiene le donne alle prese con una gravidanza difficile o indesiderata e che prevede l’obbligatorietà di presentare un’alternativa alla donna che vuole abortire.”

Il vicepresidente del Forum delle Associazioni Familiari della Lombardia, Giovanni Gianbattista ha posto l’attenzione sulla famiglia quale risorsa insostituibile di coesione sociale, fiducia e sviluppo economico. “In un panorama di crescente denatalità, i temi famiglia, welfare, diritti e – non da ultimo – adozione internazionale, diventano cruciali. Perché senza figli non c’è nessun futuro. Oggi più che mai urgono riflessioni e cambiamenti strutturali del sistema welfare italiano che rimettano la famiglia al centro”.

Ampio spazio è stato dato alle testimonianze dirette: prima tra tutte, quella di Cecilia Liani, madre adottiva e medico che assiste gratuitamente Ai.Bi. nelle diagnosi per i bambini con bisogni sanitari speciali; a seguire due famiglie adottive bresciane hanno raccontato il loro miracolo dell’adozione e il loro impegno quotidiano nel GFL – Gruppo Famiglie Locali di Ai.Bi. Brescia e nel Centro Servizi alla Famiglia Pan Di Zucchero di Roè Volciano: c’erano, Alba e Alessandro, coniugi che hanno adottato una bambina nel continente africano “Ritrovarsi in casa una bambina mai vista prima e pensare che sia la persona più importante della tua vita è un miracolo“. Con loro, anche Cristina e Roberto che hanno adottato due bambini in Sud America: “Quando siamo andati a prendere la nostra bambina – ricorda oggi mamma Cristina – non ci siamo trovati in una piccola struttura, ma in un istituto con più di 130 bambini. È in quel momento che ci siamo resti conto di quanto fosse grande il bisogno di sostegno per i tanti minori che, a differenza dei nostri figli, non trovano una famiglia che li accolga in adozione.”

Particolarmente emozionante il racconto di Marco Carretta, adottato in Marocco a 22 mesi che ha fatto appello a tutti figli adottivi “Siamo noi figli adottivi a dover raccontare la nostra esperienza. Solo così si darà vita ad un cambio culturale. Si parla di miracoli dell’adozione ed io posso dire che i miei genitori sono stati il mio miracolo

Il presidente di Ai.Bi., Marco Griffini, ha ringraziato i presenti rivolgendo un appello alle famiglie e ai figli adottivi e al nuovo Governo “Siete voi – i protagonisti dell’officina dei miracoli – il motore di un necessario e non procrastinabile cambio culturale e politico per rilanciare le adozioni e rispondere al grido di 140 milioni di minori abbandonati nel mondo. Nel “contratto” fra Movimento 5 stelle e Lega c’è scritto che  “Il sistema della adozione internazionale deve essere riorganizzato e semplificato “. Un impegno di cui ci faremo attenti osservatori  affinché il nuovo Governo  operi perché l’Italia possa ritrovare quello spirito accogliente che l’ha contraddistinta”.