Campioni di calcio. Il buon esempio di Mbappé e quello osceno di Ronaldo

Un cuore d’oro contro un pallone d’oro: all’indomani della fine dei mondiali di Russia 2018, l’attaccante francese Mbappè prende a calci la disabilità dei bambini, devolvendo in beneficenza i suoi incassi da gradino più alto del podio. Al contempo, il pallone d’oro CR7, preferisce fare ben altri investimenti con i suoi guadagni….

Lo aveva annunciato a giugno e ha mantenuto la promessa: Kylian Mbappè, attaccante del Paris Saint Germain e della nazionale francese, dopo la vittoria dei mondiali di Russia 2018, ha donato tutti i suoi premi ricevuti in beneficenza!

Diciannove anni e una carriera ancora agli inizi a cui viene riconosciuto un titolo mondiale non solo dal calcio ma anche dalla solidarietà, Mbappè ha ricevuto come premio ben 440 mila euro: 300 mila per la vittoria finale e 140 mila per i sette match precedenti. Testimonial di un’associazione che si occupa di disabilità infantili, il giovane calciatore ha devoluto la somma a più associazioni di volontariato, tenendo fede alla promessa fatta prima ancora di calpestare i verdi prati di Russia.
Ancora giovanissimo, Mbappè è un esempio da seguire, un ragazzo che non dimentica che è possibile fare del bene ed essere altruisti, a qualunque età.

Una donazione che cambierà la vita di molti bambini, cui si contrappongono evidenti sperperi di denaro: è il caso di un altro campione, Cristiano Ronaldo, che, a quanto pare, utilizzerà i suoi introiti a favore di un’infanzia made in USA” , come riportavamo in un articolo pubblicato su Ai.Bi. News “Cristiano Ronaldo, perché “fare” figli? Con l’utero in affitto, si comprano al mercato degli schiavi”.

Nessun dubbio etico per il prossimo giocatore juventino, che ha deciso di “donare” un fratellino (forse due) al suo primogenito: come? Con la dubbia eticità “barriga de aluguer”, utero in affitto. Il giocatore, consapevole di non poter compiere questa operazione nel proprio Paese né  in quello dove lavora da calciatore professionista, avvia l’operazione dove la pratica è legale: gli Usa!

Si giustifica, il giocatore, affermando: “ci sono bambini che non hanno mai conosciuto i genitori, né il padre né la madre. Poter conoscere il padre è già una buona cosa“.  Sembra dunque giusto poter dire, ai prossimi nascituri, che la loro madre, come quella del primogenito Cristiano Junior, “non esiste”.

Due testimonial calcistici, insomma: Mbappè, per i bambini disabili che aspettano un futuro migliore, e il famoso CR7, per una pratica disumana che sfrutta il corpo delle donne e alimenta un drammatico mercato di bambini “commissionati” su misura.