Accoglienza Migranti e corridoi umanitari. Radio Popolare Milano: “Dopo Sant’Egidio sarà la volta di Ai.Bi., grazie alla legge Zampa?”

Marco Griffini di Ai.Bi. Amici dei Bambini, una ONG costituita da un movimento di famiglie adottive e affidatarie, ieri ha fatto una proposta: avviare corridoi umanitari per minori stranieri non accompagnati, come quelli già sperimentati per alcune famiglie della comunità di Sant’Egidio. Come si fa? Attraverso le ONG si individuano i minori stranieri nei campi profughi e quelli che hanno i requisiti per essere accolti in Italia si formano, poi si accompagnano in maniera protetta, li si accoglie sotto la forma dell’affido internazionale presso persone che sono state individuate e formate e si continuano ad affiancare – il minore e la famiglia – per qualsiasi problematica, per farli crescere qua e restare 

Ora c’è una legge, la ‘Zampa’ del 2017, che obbliga i comuni a prendere in carico i minori non accompagnati e introduce la figura dei tutori cittadini. Occorre partire, altrimenti si continua solo a parlare. Quindi, andiamo a informarci presso le istituzioni locali, chiediamo come applicano la legge, diventiamo tutori, cerchiamo delle famiglie, promuoviamo noi stessi come famiglie affidatarie. Qualsiasi cosa per l’integrazione, che non è un pranzo di gala e nemmeno un’autostrada, ma è l’unico modo per battere questo virus

accoglienza migranti. La proposta di Ai.Bi. su Radio Popolare MilanoLa diffusione della figura del tutore per l’infanzia e l’adolescenza per rendere più sicura e semplice l’accoglienza e l’integrazione di minori stranieri non accompagnati (Msna) che vogliono arrivare in Italia, senza il bisogno di metterli a rischio della vita attraverso lunghi e rischiosissimi ‘viaggi della speranza’ con le ‘carrette’ del mare, è stata rilanciata da Radio Popolare Milano, attraverso i microfoni della trasmissione ‘Giorni Migliori’. In questo spazio radiofonico si è parlato in particolare della proposta di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini, lanciata nei giorni scorsi, per avviare corridoi umanitari dedicati ai Msna sulla falsariga di quanto già accaduto per le famiglie attraverso la Comunità di Sant’Egidio.

“Come si fa?”, è la domanda del conduttore, che quindi snocciola l’idea di Ai.Bi.e del suo presidente, Marco Griffini: “Attraverso le ONG si individuano i minori stranieri nei campi profughi e quelli che hanno i requisiti per essere accolti in Italia si formano, poi si accompagnano in maniera protetta, li si accoglie sotto la forma dell’affido internazionale presso persone che sono state individuate e formate e si continuano ad affiancare – il minore e la famiglia – per qualsiasi problematica, per farli crescere qua e restare. O magari tornare nei loro Paesi di origine”.

“Di sicuro – sottolinea il conduttore, riprendendo le dichiarazioni di Griffini a Vita – non devono più rischiare la vita in mare e poi i tempi sono maturi per fare qui una vera accoglienza, in famiglie preparate, senza lasciarli per mesi e mesi in prima accoglienza. Le famiglie disponibili, poi, ci sono”. “Davvero?”, si domanda Radio Popolare. La conferma viene sempre dall’esperienza di Amici dei Bambini, in occasione dell’emergenza seguita al naufragio di Lampedusa del 2013: “Ai.Bi. aveva lanciato un appello per l’affido e aveva ricevuto 2.200 disponibilità da altrettante famiglie. Tra queste, 300 avevano già tutti i requisiti necessari, compreso il decreto d’idoneità all’adozione. Ma mancando un quadro legislativo adeguato solo 17 minori sono stati inseriti in famiglia a Messina, Palermo e Lampedusa. 2.200 famiglie disponibili, 300 già con decreto d’idoneità, 17 inserimenti”.

‘Giorni Migliori’ cita altresì la legge ‘Zampa’ del 2017 quale novità che potrebbe essere in grado, oggi, di cambiare l’esito rispetto a 5 anni fa: questa legge, specifica Radio Popolare, “obbliga i comuni a prendere in carico i minori non accompagnati e introduce la figura dei tutori cittadini”. “Occorre partire, altrimenti si continua solo a parlare – aggiunge lo speaker, citando ancora Griffini –. Quindi, andiamo a informarci presso le istituzioni locali, chiediamo come applicano la legge, diventiamo tutori, cerchiamo delle famiglie, promuoviamo noi stessi come famiglie affidatarie. Qualsiasi cosa per l’integrazione, che non è un pranzo di gala e nemmeno un’autostrada, ma è l’unico modo per battere questo virus, malanimo bugiardo, impestato, che è diventato lo spartiacque del dibattito non solo politico, mentre in mezzo passa il pullman con quei giovani, con le loro sofferenze, che non vogliamo sentire sulla nostra pelle. Gli affidi, ok, non sono per tutti, anche se varrebbero anche per i single. L’integrazione però si può praticare in mille modi, perché l’umanità comincia solo dal riconoscersi e poi arriva un giorno migliore”.

 

Fonte: Radio Popolare Milano