Kenya. L’adozione a distanza accorcia le distanze

La scorsa estate erano volati in Kenya per conoscere la piccola Nicole, la bambina adottata a distanza dalla loro famiglia. Oggi, Giovanni e Filippo, sono “ritornati” in Africa solo per rivedere Nicole e la sua famiglia.

Un’adozione a  distanza che li ha riportati in Kenya in pochi secondi: è questa la storia di Giovanni e Filippo e della loro famiglia, che dell’adozione e del sostegno a distanza ne hanno fatto uno stile di vita.

Oggi per AiBiNews, Erica, referente per Ai.Bi. in Marocco ci racconta la skype call con la piccola Nicole che solo l’estate scorsa aveva portato la famiglia Poggiato al completo a percorrere migliaia di chilometri pur d’incontrarla e di conoscere la sua famiglia.

Giovanni e Filippo insieme alla loro famiglia sostengono da tempo la piccola Nicole e durante la loro visita in Kenya hanno potuto conoscere anche il fratellino Derrick (in foto) e la loro famiglia.

Per ovviare alla nostalgia della loro sorellina acquisita abbiamo organizzato per loro un collegamento a distanza. Eccoli durante la Skype call in cui qualche giorno fa, mediati dal nostro staff locale, hanno potuto rivedersi e condividere le ultime novità sulla loro vita.

Nicole e Derrick amano comunicare con i loro sostenitori a distanza anche tramite lettere, disegni e foto. Entrambi i piccoli studiano alla Sancare, una scuola nella baraccopoli di Huruma che Ai.Bi. supporta con borse di studio, un programma alimentare ed attività extra-curriculari.

Grazie all’adozione a distanza Nicole oggi frequenta l’ottava classe, ovvero l’ultimo anno di scuole primarie, con ottimi risultati: è la prima della classe!

Le famiglie come quella di Giovanni e Filippo ci permettono di raggiungere importanti risultati in una zona in cui i minori come Nicole e Derrick, sono spesso in situazioni di vulnerabilità ed il supporto scolastico può fare la differenza garantendogli spazi sicuri e protetti dove poter studiare e giocare insieme ai loro coetanei

Il sostegno a distanza regala grandi gioie e questa foto ne è la testimonianza!”. Erica