In Italia i più ricchi sono gli anziani. Griffini (Ai.Bi.): “Potrebbero essere bravi nonni per tanti minori abbandonati nel mondo”

“Con il loro supporto avremmo meno ‘care leaver’ in difficoltà. Chi non ha potuto diventare ‘figlio’ potrebbe così essere almeno un ‘nipote’”

Leonardo Del Vecchio, Carlo De Benedetti e Luciano Benetton. Tre nomi per tre protagonisti della vita economica italiana. In comune hanno l’età: tutti sopra gli ottant’anni. E così il giornalista Sandro Iacometti di Libero ne prende spunto per un articolo dal titolo fortemente indicativo ma, a tratti, inquietante: “Il futuro è dei vecchi. Il destino dell’Italia in mano agli ottuagenari”.

Corbezzoli! Per anni ci si è sentiti dire che il futuro apparteneva ai giovani, che bisognava “rottamare”, per poi scoprire che in realtà il domani appartiene agli anziani? Ebbene sì. Perché, come evidenzia il giornalista, i dati ci dicono che gli anziani in Italia siano tutt’altro che soggetti tutti poltrona e babbucce: la spesa per locali notturni della Terza Età è aumentata negli ultimi dieci anni del 12,3%, quella per vacanze del 38% negli ultimi quattro anni. L’arcano è presto svelato: gli anziani, in un Paese in cui i giovani e gli adulti sono sempre più poveri, hanno una ricchezza media superiore del 13,5% rispetto alla media nazionale.

“Queste persone – commenta il presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffini sono una ricchezza per i nipoti e potrebberlo essere anche quelli, tra loro, che di nipotini non ne hanno. Già, perché tanti sono i bambini che, negli istituti del mondo, hanno bisogno di qualcuno che si prenda cura di loro. Penso soprattutto ai ‘care leaver’, cioè quei minorenni che dopo un’infanzia e un’adolescenza trascorse in strutture istituzionali, non avendo conosciuto la fortuna dell’adozione, si preparano a compiere la maggiore età e quindi a dover affrontare il mondo esterno. Ecco, questi ragazzi, non avendo potuto godere della fortuna di tornare ‘figli’, potrebbero per lo meno essere ‘nipoti’. E questi anziani, con le loro disponibilità, potrebbero essere dei bravi nonni, adottando questi ragazzi e accogliendoli tra le loro braccia”.

In alternativa c’è sempre e comunque il Sostegno a Distanza, con il quale, come sostenitori a distanza, questi ‘nonni da lontano’ potrebbero accompagnare questi ragazzi verso l’autonomia e il reinserimento nella società. Si tratterebbe di fare un gesto concreto per lasciare in eredità a un minore sfortunato, dopo un passato da dimenticare, quantomeno la prospettiva di un futuro”.