adozione internazionale, rilancio della CAI per onorevole Giovanardi

Adozione internazionale. Il crollo? Per l’ex presidente della CAI Giovanardi ha soprattutto motivi “ideologici”

“Eterologa e utero in affitto sono un attacco al cuore del concetto alla base delle adozioni”

adozione internazionale, rilancio della CAI per onorevole GiovanardiIl crollo delle adozioni internazionali? Dovuto anche all’ideologia. Ne è convinto l’ex ministro ed ex presidente della CAI – Commissione Adozioni Internazionali, Carlo Giovanardi, che in un’intervista a La Nuova Bussola Quotidiana è nuovamente tornato all’attacco sul drammatico calo che il settore vive ormai ininterrottamente dal 2011. A questo si è recentemente aggiunta la brutta notizia del taglio, da parte del Governo Conte-bis, del Fondo per le Adozioni: 542.679 euro in meno per il 2020, 610.105 per il 2021 e 933.656 per il 2022. In totale quasi due milioni in tre anni…

“Al di là dei soldi che vengono tolti – ha detto Giovanardi – la verità è che per otto anni c’è stato molto disinteresse a livello amministrativo e di rapporti internazionali. E le novità dal punto di vista morale e politico, potremmo dire ideologico, hanno messo in crisi l’idea dell’adozione internazionale”.

Dopo i picchi di attività toccati prima sotto la presidenza di Rosy Bindi e poi, ancor di più, sotto quella di Giovanardi, con il vertice di 4.130 adozioni internazionali nel 2010 (4.022 nel 2011), il numero di adozioni ha infatti subito un crollo, passando dai 3.106 bambini adottati nel 2012 fino ai 1.394 del 2018”, aggiunge l’articolo.

I motivi, però, appunto, sono anche ideologici. “Il primo ragionamento che mi sento di fare – dice ancora Giovanardi – ahimè, vale per la CAI, il Dipartimento Antidroga e la famiglia, cioè le deleghe che avevo al tempo del governo Berlusconi (insieme a quella per il servizio civile). Devo rilevare che i governi successivi, da quello tecnico a quelli di centrosinistra, hanno via via abbandonato queste materie. Perché funzionava la CAI? Personalmente posso dire che andavo a fare degli incontri in Russia, Burkina Faso, Cambogia, eccetera, e ho incontrato moltissime volte enti per il volontariato e le adozioni internazionali. Le riunioni della CAI duravano ore e ore, ed è con questo impegno complessivo che siamo arrivati a oltre 4.000 adozioni all’anno (…) oggi siamo a un terzo di quelle cifre. Nel novembre 2011 cadde il governo Berlusconi e si insediò il governo Monti e da allora verso la CAI c’è stato un progressivo disinteresse, fino al disastro sotto la gestione di Silvia Della Monica, ex membro del PD alla Commissione Giustizia del Senato, che per due anni è stata contemporaneamente vicepresidente e – con una delega di Matteo Renzi – presidente della CAI. Era stata nominata verso la fine del governo Letta ed è rimasta in tutto in carica tre anni, tra il febbraio 2014 e il febbraio 2017. Ma al di là di questo disinteresse c’è in particolare un elemento che dovrebbe preoccupare il mondo cattolico e del volontariato”.

Quale sarebbe questo elemento? È presto spiegato. “C’è che l’eterologa e l’utero in affitto – prosegue Giovanardi – sono un attacco al cuore del concetto che è alla base delle adozioni internazionali. Perché se una coppia decide di andare ad adottare all’estero e, per esempio, agli aspiranti genitori scappa di dire davanti agli assistenti sociali di preferire un bambino del Nord Europa piuttosto che un bambino di colore, vengono immediatamente e giustamente scartati. Tu un bambino lo prendi per quello che è, mica puoi scegliere il bambino che ti piace. Così per i bambini malati. Quindi, quelli che adottano fanno un’immensa opera di generosità nei confronti di questi piccoli, vanno a prendere in giro per il mondo dei bambini orfani, dei bambini che hanno bisogno di un padre e una madre e donano loro una famiglia. Con l’utero in affitto i bambini se li vanno a comprare all’estero con 100, 200, 300 mila euro e i committenti li vogliono perfetti, sennò non li portano a casa.(…) Sì, da un lato le adozioni internazionali, che hanno tutti gli ostacoli, tutte le cautele, tutto nell’interesse del bambino, e dall’altro un meccanismo in cui addirittura vengono fabbricati bambini per essere adottati nell’interesse del committente. C’è un cambiamento di visione spaventoso. (…) Chiaramente, nel crollo da 4.000 a 1.300 c’è questo cambiamento di prospettiva, in cui rientra anche l’eterologa, che è stata inserita nei LEA (livelli essenziali di assistenza) e quindi a carico di tutti i contribuenti”.