Genitori e figli: le famiglie hanno protetto i giovani dalla crisi

La solidarietà di un nucleo familiare ha un valore inestimabile. Ecco perché i care leaver sono così fragili

La famiglia? Si tratta della risorsa più importante contro la crisi. A sostenerlo, in un editoriale su La Stampa, è Linda Laura Sabbadini, direttore centrale dell’ISTAT. La crisi economica, nell’ultimo decennio, è stata molto forte. “C’è però un dato interessante – spiega la stessa Sabbadini – Non sono emersi segnali di disgregazione sociale, non sono aumentati i reati violenti, gli omicidi sono diminuiti e così anche le lesioni dolose; né si sono sviluppate rivolte anche con episodi violenti come in Francia. E questa non è cosa da poco, data l’intensità e la lunghezza della crisi. Vuol dire che le nostre reti sociali hanno retto, soprattutto quelle familiari”.

Come è avvenuto? Questo, come spiega ancora la Sabbadini, “è successo all’inizio, quando due ammortizzatori sociali fondamentali hanno agito impedendo alla povertà di crescere nei primi tre anni: la cassa integrazione e la famiglia, la cassa integrazione proteggendo i capi famiglia e le famiglie proteggendo i figli giovani. Anche dopo il balzo della povertà, la solidarietà è continuata. Gli anziani hanno sostenuto in modo crescente con le loro pensioni le famiglie dei figli disoccupati. I giovani sono stati protetti dai loro genitori. Le donne hanno garantito l’assistenza dei genitori anziani non autosufficienti e il sostegno ai nipoti. Con fatica, tanta fatica, il nostro tessuto sociale ha retto, per la tradizionale forza delle reti informali familiari e anche per il volontariato”.

La famiglia, dunque, anche per una persona che nella vita si occupa di freddi numeri, poi tanto freddi non sono se vengono analizzati in profondità. Il calore di una famiglia, di un padre e di una madre, protegge. Anche dalle asperità di un mondo sempre più complesso, difficile, estremamente competitivo.

Lo sanno bene i tanti “care leaver”, i ragazzi che, in Italia e nel mondo, raggiunta la maggiore età si trovano ad affrontare il mondo privi di quella tutela informale che, per l’appunto, solo una famiglia può dare. Soprattutto a loro, soprattutto a quelli che, nel mondo, rimangono preda della disperazione, deve andare un pensiero profondo. Sono così fragili perché, a differenza dei loro coetanei, il mondo devono affrontarlo senza il supporto parentale. E non è cosa da poco.