Coronavirus. Sono stati 2 milioni gli studenti a non aver usufruito della didattica a distanza

Il 14 settembre si tornerà a scuola ma l’ipotesi DAD non sembra archiviata: sarà utilizzabile in caso di lockdown e nelle singole zone rosse, servono però strategie su misura.

Da una ricerca della SIRD, Società Italiana di Ricerca e Didattica, effettuata su un campione di 16 mila docenti di ogni ordine e grado, provenienti da tutte le Regioni italiane, emerge una proiezione abbastanza allarmante riguardante l’istruzione degli studenti italiani nel periodo dell’emergenza covid.

Dalla ricerca, pubblicata nei giorni scorsi, sembra infatti emergere che circa 2 milioni di ragazzi, su 8 milioni di studenti italiani, durante l’emergenza sanitaria non abbiano usufruito della didattica a distanza. In particolare l’8% è la percentuale degli alunni mai raggiunti, il 18% quella degli studenti raggiunti solo parzialmente, mentre fra i bambini delle scuole primarie la percentuale sale al 37%.

DAD: servono nuove regole per la trasmissione dei contenuti

Dalla ricerca è emerso anche come i docenti non siano rimasti soddisfatti della qualità degli esiti della DAD per quanto concerne la trasmissione dei contenuti, l’efficacia delle valutazioni e l’inclusione degli allievi con difficoltà.

I docenti intervistati, che ammontano a circa il 2% degli insegnanti italiani, hanno infatti evidenziato come sia necessario individuare delle strategia su misura per veicolare contenuti e coinvolgere gli studenti non in presenza, non essendo efficaci, in questo contesto, le metodologie utilizzate tradizionalmente per fare lezione.

Per quanta riguarda la collaborazione tra insegnanti e famiglie. Risultati maggiormente positivi si sono ottenuti con i genitori dei più piccini, ( materna e infanzia) meno con quelli della scuola primaria e secondaria.

A settembre prenderà il via la seconda fase della ricerca e sarà presentato un focus  sulle difficoltà degli studenti e sulle proposte dei docenti per migliorare la DAD con l’obiettivo di favorire una maggiore collaborazione tra insegnanti e ricercatori e favorire la definizione di modelli e strategie operative.