Coronavirus. Aumentano i casi tra i giovani. I bambini contagiosi come gli adulti

OMS: “Diffondete divertimento, non il virus. Proteggete i vostri genitori e i vostri nonni”.

Continua anche in Italia l’aumento del numero dei contagi causati dal coronavirus.

Secondo i dati del Ministero della Salute, riportati dall’Ansa, sembrerebbero essere 845 i nuovi casi registrati  nelle ultime 24 ore. 203 in più rispetto a quelli segnalati nella giornata precedente. È il dato più alto registrato dallo scorso 16 maggio.

Un aumento dei nuovi casi che va di pari passo ad un abbassamento dell’età media della popolazione che contrae il virus.

Nel documento di monitoraggio settimanale sul covid realizzato dal Ministero della Salute, si evince come “la circolazione avvenga oggi con maggiore frequenza nelle fasce di età più giovani, in un contesto di avanzata riapertura delle attività commerciali (inclusi luoghi di aggregazione) e di aumentata mobilità”.

C’è di più, secondo gli esperti, i più piccoli non sarebbero immuni al contagio, anche se, fortunatamente avrebbero basse possibilità di sviluppare la malattia.

Uno studio scientifico pubblicato in questi giorni dal Journal of Pediatrics e riportato dal Corriere della Sera evidenzia infatti “gli alti livello di virus riscontrati in bambini di tutte le età”.

Nei più giovani sembrerebbe riscontrarsi un alta carica virale,pensate ad un ospedale e a tutte le precauzioni prese per curare gli adulti gravemente malati – racconta Lael Yonker dirigente del Massachussetts General Hospital for Children e co autore del più vasto studio condotto su coronavirus e pazienti pediatrici tra 0 e 22 anni– ebbene sappiate che  le cariche virali di questi pazienti ospedalizzati sono significativamente inferiori a quelle di un bambino sano, che se ne va in giro con un’alta carica virale di Sars cov 2”.

Attenzione particolare sui giovani

L’attenzione è quindi oggi focalizzata sui giovani, sulla riapertura delle scuole, che dovrà avvenire in assoluta sicurezza e sui luoghi di aggregazione che forse sono stati frequentati con troppa leggerezza da parte dei ragazzi.

Il liceo di Rehavia a Gerusalemme, è un esempio da tenere bene a mente, di cosa accada quando le regole di sicurezza, non vengano rispettate all’interno delle strutture scolastiche: 153 contagi tra gli studenti e 25 tra i professori,  10 giorni dopo la riapertura a fine maggio. La causa? Giornate afose che hanno dato il via all’assenza di mascherine, aria condizionata, finestre chiuse e aule affollate.

Il punto in realtà non è quanto i bambini rischino di ammalarsi spiega alla Repubblica Alberto Villani presidente della società italiana di Pediatria e primario del Bambin Gesù di RomaL’incognita è quanto siano in grado di trasmettere e quindi di fungere da amplificatori dell’epidemia. Come gli adulti devono rispettare il distanziamento, lavarsi le mani e indossare la mascherina”.

Anche l’OMS si appella alle giovani generazioni con un messaggio da parte di Hans Kluge dell’Ufficio Europa dell’Organizzazione:  “Diffondete divertimento, non il virus. Proteggete i vostri genitori e i vostri nonni”. E’ questo l’appello che l’Organizzazione mondiale della Sanità ha lanciato ai giovani, riconoscendo in loro un ruolo centrale nel contrasto alla diffusione del coronavirus.

Non è giusto però, puntare il dito solo sui ragazzi e sulla loro “leggerezza” perché dietro ad ogni giovane c’è una famiglia di adulti che avrebbe dovuto saper indirizzare i figli verso  valori, rispetto e consapevolezza.