Il nostro bimbo, senza un’identità

Caro direttore,
ci rivolgiamo a lei per portare alla luce un «buco» nella legge italiana che merita di essere affrontato: è quello che non consente al nostro bimbo adottivo di 3 anni di avere una regolare carta d’identità con tutti i problemi che ne derivano.
Siamo una giovane coppia di origini portoghesi e viviamo in Italia da più di 10 anni. Abbiamo concluso con successo lo scorso 23 febbraio una procedura di adozione nazionale (italiana), durata 18 mesi, di un bambino di origine africana, nato in Italia: il nostro bimbo è stato riconosciuto dalla madre alla nascita ma, subito dopo, dato in adozione allo Stato italiano. Durante la procedura di adozione, e secondo la legislazione italiana, non si può uscire dai confini di Stato – cosa che non abbiamo mai fatto -; solo alla fine di tutto il percorso si ha la possibilità di avere il documento d’identità del bambino.
Nel nostro caso invece lo Stato italiano non ha riconosciuto nostro figlio come un cittadino italiano perché noi siamo una coppia di portoghesi e quindi non ci ha rilasciato il suo documento. Però – ironia della sorte – visto che il piccolo è nostro figlio legittimo, è registrato nel Comune dove abitiamo e risulta nel nostro stato di famiglia.
Un bambino locale ma non globale, quindi. Ci sembra una cosa assurda ma il problema per noi è ancora più grande perché non possiamo uscire dall’Italia tutti insieme per andare in Portogallo a trovare la nostra famiglia perché nostro figlio alle frontiere sarebbe considerato come un clandestino, o meglio potremmo averlo rubato. Ci siamo mossi ovviamente in questi lunghi mesi e su molti fronti. Abbiamo parlato con il Presidente del Tribunale dei Minori che ci ha consigliato di scrivere ai Comuni coinvolti per chiedere il documento d’identificazione per il nostro bambino. Abbiamo quindi scritto al nostro Comune di residenza e a quello dove nostro figlio è nato ed entrambi hanno negato la possibilità di dargli il documento d’identità. In questo momento abbiamo in corso in Portogallo il riconoscimento della sentenza di adozione italiana per vedere se riusciamo ad ottenere un documento per il piccolo e fargli finalmente avere una nazionalità.
Caro Direttore, ci aiuti a capire perché nostro figlio seppur nato in Italia e adottato regolarmente non possa venire tutelato con un documento di identificazione anche provvisorio; pensiamo che se lui è stato accolto dallo Stato italiano alla nascita e ha fatto parte di un’adozione nazionale italiana avrebbe dovuto, come minimo, avere il diritto alla cittadinanza italiana.
Noi pensiamo che ci sia un buco nella legge italiana e ci auguriamo che altre coppie non debbano seguire l’iter faticoso e doloroso che stiamo seguendo noi. Siamo o no tutti cittadini comunitari? Le leggi dovrebbero essere quindi più semplici e al servizio dei cittadini e delle famiglie che, come nel nostro caso, vorrebbero far conoscere al proprio figlio la nostra famiglia di origine e la nostra terra. Pensiamo che lui ne abbia diritto.

(Fonte: Corriere della Sera)