L’infanzia in Italia? Senza garanzie. Da mesi si attende la nomina del nuovo Garante…

Il sociologo Marziale: “Emblematico per comprendere come la questione ‘minori’ non goda di priorità”

L’infanzia in Italia? Sempre più senza garanzie. Soprattutto dopo la pandemia. E, dopo mesi, ancora non è stato nominato il nuovo titolare dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza. Ma, “contro la povertà infantile occorre sostenere le famiglie“. Lo sostiene, in un’intervista al magazine Interris.it, il sociologo Antonio Marziale, fondatore e presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori e già Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, consulente della Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza. Sì, perché, come ha spiegato Marziale, “il Covid non è solo virus, ma distanza tra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri. Questo è il dramma attuale”.

“È emblematico – ha proseguito – dire che da maggio si attende la nomina dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza per comprendere come la questione ‘minori’ non goda di priorità, nel momento in cui invece ci sarebbe bisogno di qualcuno che ‘metta i piedi nel fango’ dei problemi. Non si avverte la necessità di burocrati, ma la vocazione ad essere per strada a favore dei bambini”. La priorità, in questa situazione, dovrebbe invece essere proprio il “sostegno alle famiglie, perché non c’è sostegno che regga se la famiglia non gode degli elementi basilari. Mi riferisco principalmente alla povertà. Ecco, questo è il dramma attuale prioritario, perché Covid non è solo virus, ma distanza tra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri. Addirittura più della diseguaglianza che abbiamo visto nell’era della globalizzazione, miseramente fallita”.

Infanzia in Italia. Oltre il Garante. Cosa serve alle famiglie? “Lavoro, lavoro, lavoro per padri e madri”

Tra le cose che servono maggiormente ci sono “lavoro, lavoro, lavoro per padri e madri di famiglia. Il resto è filosofia allo stato puro”. Un dramma, quello della povertà delle famiglie e, di riflesso, dei bambini, che si fa sentire in modo peculiare al sud. “In Calabria basti ricordare – prosegue Marziale – che ad inizio del mio mandato di Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione non c’era la Terapia Intensiva Pediatrica, che ho ottenuto e adesso da quattro anni lavora a pieno regime a Cosenza. È la regione con il più alto indice di povertà educativa e dire povertà educativa significa dire povertà in senso più generale. Un terreno ideale per la proliferazione delle mafie, che mostrandosi ricche e vincenti diventano riferimento ideale e generano fascinazione tra le masse giovanili più esposte alla povertà”.