Perché gli aspiranti genitori adottivi fanno tanta strada per poter adottare e poi si bloccano a pochi giorni dal viaggio?

Anni di pratiche burocratiche, colloqui, test e corsi. Poi lo stop. Ecco perché accade

Anni di pratiche burocratiche, colloqui, test, corsi di formazione, illusioni e delusioni e finalmente… la chiamata dell’Ente autorizzato, l’abbinamento e la possibilità del tanto agognato viaggio per andare a conoscere il proprio bambino, ma … stop! Alcuni aspiranti genitori adottivi chiedono di aspettare tempo prima di fissare la data di partenza… Perché?

Questa è la domanda cui gli operatori degli enti autorizzati faticano a rispondere, trovandosi in difficoltà con le autorità straniere a cui bisogna spiegare questa tendenza delle coppie a procastinare la data del viaggio, in assenza di motivazioni reali che possano essere di impedimento.

Le motivazioni delle coppie in realtà possono essere varie. Gli aspiranti genitori adottivi si rendono improvvisamente conto che sta arrivando il momento tanto sperato ma anche in parte tanto temuto. Tutto nella propria vita cambierà… arriveranno un bambino o una ragazzina o 2 o 3 fratellini che sconvolgeranno la vita della coppia. Un evento che cambia la vita e che sembra difficile da affrontare. Emergono le paure, le ansie, il timore di non essere all’altezza della situazione e del nuovo compito che li spetta, diventare genitori.

Aspiranti genitori adottivi: quello stop a pochi giorni dalla partenza

Sara, mamma adottiva di due splendide bimbe di nove e sette anni all’arrivo in Italia, racconta che nel momento in cui l’operatrice di Ai.Bi. – Amici dei Bambini comunica la data di partenza, è entrata in crisi. Una grande paura di non essere all’altezza, di non piacere alle bambine, di non essere capace di fare la mamma … non ne poteva parlare con l’operatore per il terrore che il viaggio potesse essere annullato ma al tempo stesso chiede di spostare la data di partenza, adducendo motivi lavorativi forse troppo banali per essere da reale impedimento. Fissiamo pertanto un colloquio di supporto, per poter capire meglio la situazione. Parlando con Sara, emergono tutte le sue emozioni, il senso di inadeguatezza rispetto al compito tanto difficile che la aspetta: diventare e fare il genitore. Accogliendo le sue emozioni contrastanti, riflettiamo sulle motivazioni di questi timori, evidenziando che possono essere assolutamente comprensibili e legittimi, come d’altronde anche prima del parto una donna si può porre una serie di domande e può mostrare paura rispetto al nuovo compito di cura e accudimento che la aspetta! Sara rincuorata, parte e al rientro dalla Colombia con le sue due bellissime figlie, dice “… erano proprio solo le mie ansie, con le bambine va benissimo, nonostante alcune difficoltà di comprensione e adattamento reciproco”.

È importante accogliere questi timori e accompagnare le coppie alla comprensione di sé stessi e di queste reazioni che possono spaventare fino a bloccare e a far procastinare la data del viaggio. Del resto, è importante condividere con le coppie che anche i bambini dall’altra parte del mondo stanno aspettando i loro genitori con grande desiderio ma anche con grande paura, timore di non piacere, di non essere all’altezza, di essere nuovamente abbandonati, paura di ciò che non conoscono. E’ importante anche non sottovalutare il tempo dell’attesa che è spesso molto lungo: dopo aver consegnato tutti i documenti richiesti dal Paese ed inviato il dossier all’estero, le coppie non hanno più compiti che li tengono concentrati sul percorso adottivo. Ognuno riprende la propria vita, con la consapevolezza che potrebbero passare mesi o anni prima dell’abbinamento. Le coppie si concentrano quindi su se stessi, sul lavoro, sulla famiglia, … sulla vita di coppia e rimangono in attesa.

Diventa pertanto fondamentale per le coppie in attesa poter usufruire di un percorso fatto di appuntamenti periodici, che possano essere un momento in cui concentrarsi nuovamente sull’adozione e prepararsi alla partenza e all’accoglienza di quel bimbo che verrà. L’obiettivo è confrontarsi con gruppi di coppie in attesa, su ansie e paure comuni e approfondire alcune tematiche non affrontate in precedenza. Questo consente di esprimere ad alta voce le proprie emozioni e i pensieri che attanagliano la mente, evidenziando ciò che si immagina, ciò che si desidera e che si teme.

Marina Piccolo

Psicologa e psicoterapeuta – Ai.Bi. – Amici dei Bambini