Siria 2020, un Natale ancora di sangue: riportare la speranza fra le tende di idlib

Solo a novembre almeno 172 civili, tra cui 16 bambini e 11 donne sono stati uccisi. Ai.Bi. intensifica l’aiuto alle famiglie sfollate soprattutto grazie al Sostegno a Distanza

La Rete siriana per i diritti umani (SNHR) ha annunciato nel suo rapporto mensile pubblicato oggi che sono almeno 172 i civili, tra cui 16 bambini e 11 donne, uccisi nel novembre 2020 per mano delle parti in conflitto e delle forze di controllo in Siria. Il rapporto rileva che le vittime civili sono state inflitte anche durante le riunioni del Comitato Costituzionale, aggiungendo che la transizione politica deve essere accelerata.
Il rapporto di ben 23 pagine afferma e sottolinea come il crimine di omicidio sia diventato diffuso e sistematico, principalmente per mano delle forze del regime siriano e delle loro milizie affiliate. Si deve inoltre aggiungere che l’ingresso di diverse parti nel conflitto siriano ha aumentato l’importanza e la complessità di documentare le vittime Siriane.
Questo rapporto registra il triste bilancio delle vittime documentate, persone uccise dalle parti in conflitto e dalle forze di controllo in Siria nello scorso mese di novembre 2020, concentrandosi in particolare su bambini e donne e su coloro che hanno perso la vita a causa di torture.

Come rivela il rapporto, le morti tra i cittadini siriani causate dalle esplosioni di mine antiuomo in diverse regioni della Siria sono continuate nel novembre 2020. Questo mese ha visto la morte causata dalle mine di 12 persone, tra cui tre bambini, portando il bilancio totale di quest’anno delle vittime di mine terrestri a 98 civili, inclusi 18 bambini. Un triste primato che rende questo bilancio delle vittime il più alto al mondo in nella categoria delle mine antiuomo.
Questo fatto è doppiamente grave, sia in termini di perdite umane, sia perché è indicativo del fatto che nessuna delle forze in campo ha compiuto o stia compiendo sforzi significativi nel processo di rimozione delle mine terrestri o quantomeno nel tentativo di determinare la loro posizione e successiva recinzione o infine nell’avvertire la popolazione locale.

Ai.Bi. ed il suo partner locale, Kid Paradise, continua ad esserci in Siria, queste persone queste famiglie non devono essere abbandonate. E ’importante che sappiano di avere sempre qualcuno al loro fianco, che li aiuti, li sostenga e li sproni ad andare avanti con progetti concreti affinché possano ricominciare a credere in sé stesse e pian piano, con il nostro appoggio, tenere accesa la positività e credere che ci sarà un futuro.

Se anche tu voi far sentire che ci sei, aiutali, con 25 euro al mese sostieni i progetti di Ai.Bi. in Siria, il tuo aiuto può fare la differenza per queste famiglie siriane.