Affido: caso clamoroso in Inghilterra. Figli troppo obesi, tolti alla madre

Per il giudice, la madre, con cui i ragazzi vivevano, dopo la separazione dal marito: “non è riuscita a instillare nei bambini abitudini di sana alimentazione, esercizio fisico e buona cura di sé”.

 In Gran Bretagna l’obesità infantile è un vero problema che il governo da tempo cerca di contrastare.

Già nel 2018, il Regno Unito aveva varato un pacchetto di misure per contrastare il cosiddetto “junk food”. L’obiettivo, aveva spiegato alla Bbc l’allora ministro alla Salute, Jeremy Hunt, era quello di dimezzare il numero di bambini obesi entro il 2030. La percentuale dei minori in sovrappeso nel Paese si attestava infatti tra le più alte in Europa.

Proprio sulla scia della lotta alla salute dei giovanissimi, il cui grave sovrappeso può comportare conseguenze anche importanti, come il rischio di sviluppare malattie croniche e l’abbassamento delle aspettative di vita, si inserisce una sentenza di affido che ha destato scalpore anche fuori i confini nazionali, emessa del giudice inglese Gillian Ellis. A parlarne è il quotidiano il Messaggero.

Protagonisti della vicenda due adolescenti inglesi di 13 e 17 anni, figli amatissimi, intelligenti e premurosi.

Purtroppo i ragazzi a scuola, a causa della loro obesità e della “scarsa igiene personale”, erano stati vittime di ripetuti episodi di bullismo e quindi segnalati ai servizi sociali.

Il personale dei servizi sociali del West Sussex, aveva così iniziato a seguire la famiglia, impartendo regole di sana alimentazione e corretto stile di vita ma purtroppo nulla era cambiato, anzi, i ragazzi erano stati sorpresi più volte a cibarsi, per merenda, di gelati e patatine.

Il caso è giunto in Tribunale. Inizialmente il giudice ha tentato, con l’ausilio dei servizi sociali, di impartire strumenti e facilitazioni alla famiglia per cercare di invertire la rotta, dotando i ragazzi anche di  braccialetti contapassi e conta calorie, abbonamenti  in  palestra e corsi dietetici, ma nulla.

La mamma si è giustificata attribuendo la colpa anche ai ripetuti lockdown ma il giudice questa volta è stata inflessibile, anche perché, ha fatto notare la Ellis “gli esercizi si sarebbero potuti fare anche in casa”.

Per il giudice, la madre, con cui i ragazzi vivevano, dopo la separazione dal marito: “non è riuscita a instillare nei bambini abitudini di sana alimentazione, esercizio fisico e buona cura di sé – riporta il Messaggero – e pur sottolineando di non averle voluto attribuire nessuna “colpa morale” ha deciso di dare i ragazzi in lungo affidamento a una nuova famiglia”.

Non si conosce se quella del giudice inglese, sia stata la prima sentenza del genere. Sicuramente è la prima ad essere stata resa pubblica, con l’intento di fornire un forte monito alle famiglie sull’importanza di impartire un corretto stile vita ai propri figli, la cui salute potrebbe essere gravemente compromessa da comportamenti e stili di vita inadeguati che oltretutto si riverserebbero anche sulla spesa sanitaria pubblica.