Vaccini anti-Covi in azienda, si parte: c’è la firma sull’accordo, che comprende anche enti e associazioni non profit

Il Ministero della Salute ha approvato il protocollo sulle procedure da seguire per presentare alle Asl un piano vaccinale e procedere con le somministrazioni dei vaccini in azienda per i propri dipendenti

Nella “corsa ai vaccini” che vede in Aprile il mese decisivo, arriva l’ok del Ministero della Salute che permette alle imprese di richiedere la possibilità di somministrare il vaccino anti-Covid in azienda.

Regole e procedure per i vaccini anti-Covid in azienda

A fissare le regole con cui sarà possibile procedere è stata l’Inail, tramite un protocollo “con le parti sociali per l’attivazione di punti di vaccinazione nei luoghi di lavoro” che ha già avuto l’approvazione.

Il primo passo per le aziende è quello di predisporre un piano da sottoporre all’Azienda Sanitaria di riferimento sul territorio. Nella richiesta è fondamentale specificare il numero dei vaccini richiesti, per le lavoratrici e i lavoratori che si saranno dichiarati disponibili a sottoporsi alla vaccinazione, così da dar modo alla ASL di procurarsi le dosi necessarie e programmare la distribuzione a tutte le aziende che avranno fatto richiesta.

Sarà lo stesso Servizio Sanitario a fornire, oltre ai vaccini, i dispositivi per la somministrazione, “la messa a disposizione degli strumenti formativi previsti e degli strumenti per la registrazione delle vaccinazioni eseguite”. I costi per la realizzazione del piano aziendale di vaccinazione e per la sua realizzazione (somministrazione compresa) saranno, invece, a carico dell’azienda. A somministrare il vaccino saranno operatori sanitari, che opereranno in “locali idonei”, registrando, poi, l’avvenuta vaccinazione nel rispetto dei dati personali.

Volontarietà e riservatezza

Naturalmente l’adesione al piano aziendale è assolutamente facoltativa da parte dei dipendenti, le cui informazioni devono essere trattate nel rispetto della riservatezza e senza che le decisioni in merito delle lavoratrici e dei lavoratori possano in alcun modo essere fonte di discriminazione interna.

Le aziende potranno ricorrere a convenzioni con strutture private in possesso dei requisiti per la vaccinazione, fermo restando che la fornitura dei vaccini sarà assicurata dal Servizi Sanitari Regionali.

Se l’azienda ha un medico competente, questo potrà svolgere il corso per la somministrazione del vaccino dell’Istituto Superiore di Sanità tramite piattaforma. In alternativa, l’azienda può decidere di avvalersi delle strutture sanitarie dell’Inail, comunicando alla struttura sanitaria privata o alla struttura territoriale dell’Inail il numero complessivo dei dipendenti che hanno aderito alla campagna aziendale e hanno deciso di ricevere così il vaccino.

Tante le aziende che hanno già espresso il proprio interesse: sia pubbliche, da Eni a Inps, passando per, Poste Italiane, Fincantieri, Enel…, ma anche private: da Lamborghini a Luxottica, da Amazon a Stellantis. In totale, secondo Confindustria, sia tratta di oltre 6 mila imprese che, ora, con l’approvazione del protocollo, potrebbero davvero presentare i loro piani.