Educare con la carità: i consigli di San Giovanni Bosco per tutti coloro che hanno a che fare con bambini e ragazzi

Educare è un lavoro difficile, di pazienza e dedizione. Dall’insegnamento del grande educatore San Giovanni Bosco si possono ricavare sette consigli utili per genitori, maestri e educatori 

Che tocchi ai genitori, agli insegnanti, agli educatori, ai volontari… Per tutti, educare è la sfida più grande e più difficile che ci sia. Tanti i metodi che nel corso della storia sono stati pensati, studiati, modificati… Anche se, di fondo, uno dei dilemmi che sempre rimane è quanto e come alternare incoraggiamenti e punizioni.
Aleteia ha pensato di rivolgersi a San Giovanni Bosco per proporre alcuni consigli su come educare: una scelta quanto mai significativa, vista la vita spesa dal Santo seguendo i ragazzi e formando anche schiere di educatori.
Alla base della concezione educativa di San Giovanni Bosco c’è una sorta di “sistema preventivo” che punta a rendere i ragazzi consapevoli e portarli a obbedire per convinzione, non per paura. In questo senso, allora, non è la forza ma l’amore il principale propulsore all’azione.

Educare: i consigli di San Giovanni Bosco

Deriva direttamente da qui la prima delle indicazioni: punire è l’ultima delle risorse. C’è bisogno di pazienza, certo, perché a volte si è portati a minacciare anziché spiegare, ma è solo questa seconda la strada corretta

Il secondo consiglio rivolto agli educatori è quello di sforzarsi di farsi amare dagli allievi, con le parole ma, soprattutto, con i fatti, la cura e la dedizione.

Il terzo consiglio torna sulle punizioni: quando proprio sono giustificate, le punizioni non dovrebbero mai avvenire in pubblico. Il fine è educare, non umiliare.

Sono comunque sempre da escludere – è la quarta indicazione – punizioni fisiche e violenza.

Cinque: che si tratti di ricompense o punizioni, le “regole” devono essere ben chiare all’educando. I limiti posti devono essere espliciti e definiti.

Il sesto consiglio punta sulla carità: “Siate esigenti nelle questioni relative al dovere, saldi nella ricerca del bene, coraggiosi nella prevenzione del male, ma sempre gentili e prudenti”.
Essere pazienti non significa essere deboli, ma saper aspettare e saper educare alla disciplina con rispetto.

Ultima indicazione è di non farsi mai offuscare dalla rabbia: è la serenità che deve brillare negli occhi e nella mente di genitori e maestri, nella convinzione che se qualcuno sbaglia ha bisogno di aiuto, comprensione e accompagnamento.

I corsi Faris per riflettere e confrontarsi sull’educazione

Faris sa quanto possa essere impegnativa la sfida educativa, per questo, per tutti coloro che sono chiamati a viverla quotidianamente offre una serie di webinar su divesi argomenti, utili per approfondire alcune questioni, confrontarsi e migliorare sempre in funzione del bene da portare ai ragazzi e i bambini che si educano.

Tutte le proposte Faris si trovano a questa pagina, o mandando una mail a faris@fondazioneaibi.it