Rientro a scuola: meno 7 giorni. Arrivano i tamponi salivari da fare a casa

Il Comitato Tecnico Scientifico sta mettendo a punto un piano per monitorare precocemente, attraverso i test salivari degli studenti di elementari e medie, l’andamento dei contagi e l’insorgenza di eventuali focolai

Scuola e Covid, è questo il binomio di argomenti che tiene banco (per rimanere in tema…) a una settimana dalle prime riaperture delle scuole. Inevitabile, dal momento che il ritorno in classe degli studenti aumenta le occasioni di contagio. Inoltre, come ben sappiamo, al di sotto dei 12 anni non ci sono persone vaccinate e, dunque, asili e scuole primarie possono diventare luoghi in cui il contagio trova terreno fertile.

Tamponi salivari per monitorare l’andamento dei contagi nelle scuole

Al di là di tutte le precauzioni e le raccomandazioni già più volte ripetute (dai vaccini al Green Pass, dal ricambio d’aria nelle aule alle regole per mense e palestre…) un possibile strumento di monitoraggio è stato individuato nei test salivari. Il CTS ha dato parere favorevole al loro utilizzo, sottolineando, per, come questi non sostituiscano in alcun modo i vaccini.

Il sistema che sta prendendo forma prevede l’individuazione di un gruppo di “scuole sentinella” in cui eseguire ogni 15 giorni dei tamponi salivari a campione agli studenti. Questo permetterebbe di monitorare l’andamento del virus e la sua diffusione. Ha spiegato al Corriere della Sera la responsabile del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, Anna Teresa Palamara: “Il piano di monitoraggio è basato su scuole sentinella primarie e secondarie (elementari e medie) individuate dalle Regioni. Un certo numero di studenti verrà sottoposto a test salivari periodici che poi verranno analizzati con la tecnica molecolare”.

L’idea è quella di raccogliere i campioni di saliva a casa, per portarli, successivamente, in alcuni punti di raccolta individuati dalle Regioni. Il piano prenderà il via gradualmente, per essere pienamente attivo in autunno inoltrato, quando la diffusione dei virus respiratori raggiunge l’apice.

I piani delle regioni sui tamponi salivari e le raccomandazioni del CTS

Alcune regioni si stanno già muovendo in autonomia, con il Veneto, per esempio, che ha già approntato un suo piano in collaborazione con l’Università di Padova, e il Lazio che ha pronti 18 mila tamponi da utilizzare allo scopo, anche se si auspica che ci possa essere un protocollo comune onde evitare di procedere in ordine sparso.
Di sicuro, sull’utilità dei tamponi il parere è quasi unanime: sono strumenti che possono intercettare precocemente un eventuale incremento di positivi e l’insorgenza di possibili focolai, consentendo alle autorità sanitarie di ridurre al minimo le chiusure delle classi. Altrettanto sicuramente, però, come ha più volte ribadito Sergio Abrignani, membro del Comitato tecnico-scientifico e immunologo dell’Università Statale di Milano, i test salivari non sono un’alternativa al vaccino (tanto che, per esempio, non sono tra gli strumenti che consentono di ottenere il Green Pass). “I test salivari – ha sottolineato Abrignani – hanno sicuramente una loro validità per situazioni nelle quali in poco tempo bisogna consentire a un numero elevato di persone di entrare in classe, in aereo o in treno. Hanno una sensibilità limitata ma basta saperlo, mitigano il rischio ma non c’è niente che lo azzera”.