Ministero della Salute: al via la terza dose del vaccino anti Covid per gli over 60

Una circolare del Ministero della Salute chiarisce che la terza dose “booster” del vaccino anti Covid sarà somministrata a distanza di almeno 6 mesi dalla seconda. Rimangono, però, ancora più di 8 milioni di persone non vaccinate

Fragili e persone sopra i 60 anni. Sono queste le due categorie per le quali una circolare del Ministero della Salute ha dato il via libera alla somministrazione della terza dose di vaccino anti Covid, purché siano passati almeno sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale con le prime due dosi. Al momento, tuttavia, secondo quanto riporta l’ADN Kronos, il direttore della prevenzione del ministero alla Salute Gianni Rezza ha affermato che “non si pensa a un richiamo universale su tutta la popolazione”.

Terza dose per fragili e over 60. Ma serve vaccinare le 8 milioni di persone ancora senza copertura

La decisione in qualche modo era attesa, alla luce delle ultime indicazioni dell’EMA, ma l’accesso a questa ulteriore dose “booster” non cancella quella che rimane ancora la priorità fondamentale: cercare di raggiungere quegli 8,4 milioni di italiani (di cui quasi tre milioni di ultracinquantenni) che ancora non hanno fatto nemmeno la prima dose.
Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha speso parole colme di fiducia durante il summit B20: “I nostri sforzi congiunti ci hanno aiutato a tenere sotto controllo la pandemia in molti Paesi e a darci la speranza che la sua fine sia in vista” – riporta le sue parole l’agenzia Ansa – che racconta anche dell’annuncio di una lotta al “protezionismo sui prodotti sanitari” affinché sia difesa “la libera circolazione dei vaccini e delle materie prime necessarie per produrli”.

Situazione positiva, ma bisogna tenere alta l’attenzione

Nel frattempo, dall’ultimo monitoraggio della cabina di regia del Ministero risulta un quadro dell’epidemia in Italia “sotto controllo”, con il prosieguo della graduale discesa dei nuovi positivi, un’incidenza di 34 casi ogni 100 mila abitanti e un indice di trasmissibilità stabile intorno a 0,83. Numeri positivi che comunque non devono far dimenticare la prudenza, specie, come ribadito dall’ISS: “considerando le riaperture in atto e l’aumento delle capienze previste per vari settori e luoghi pubblici”. Bisogna infatti tenere presente. aggiunge Rezza: “Che parte del successo che stiamo avendo in questo momento nel controllo dell’epidemia è dovuto non solo alle vaccinazioni ma anche al mantenimento di misure precauzionali di distanziamento sociale e all’uso delle mascherine”.