BAMBINIxLAPACE. Tre anni di guerra in Ucraina: “È stata tutta una lotta inutile?”

L’amara riflessione di Masha, cooperante di Ai.Bi. a Kiev, sui drastici cambiamenti avvenuti negli ultimi tre anni per chi ha vissuto sempre nel Paese. Con il suono delle bombe e delle sirene nelle orecchie

Giustamente, nella triste ricorrenza dei tre anni di guerra in Ucraina, le riflessioni e le analisi non mancano. Un conto, però, è scrivere “da qui”; altro è farlo da Kiev, dopo aver vissuto per oltre mille giorni con la paura che una bomba cada vicino alla propria casa e cercando, per quanto possibile, di mandare avanti tutte le attività, sia nella propria famiglia, sia nelle ludoteche o gli istituti dove Amici dei Bambini ha organizzato o sta organizzando gli aiuti.

Una testimonianza da Kiev

Per farlo, abbiamo chiesto aiuto a Masha, cooperante di Ai.Bi. Amici dei Bambini a Kiev e rimasta quasi sempre lì, a parte una brave parentesi in Italia nelle prime settimane del conflitto.
L’inizio della riflessione non può che partire dalla constatazione di come sia “Una giornata triste”. Sia perché “è un argomento talmente complesso che non si sa bene da che parte cominciare”, sia perché ancora oggi: “Abbiamo sentito un drone volare stanotte sopra la nostra casa, mentre la contraerea cercava di abbatterlo. Gli spari erano propri vicini… All’inizio dicevo che il quartiere dove abitiamo è abbastanza tranquillo – spiega– ma dopo tre anni di guerra non c’è più un metro della città che non sia stato toccato”.

Nulla è più come prima

E anche quando non sono state direttamente le bombe a cambiare le cose, è stato proprio lo scorrere del tempo e le difficoltà di una quotidianità di guerra ad avere delle conseguenze. In ogni aspetto della via. “L’altro giorno, per esempio, avevo fatto un ordine per delle caramelle da portare e distribuire in ludoteca [dove Ai.Bi. porta avanti le sue attività nell’ambito del progetto BAMBINIxLAPACE n.d.r.]. Dopo poco tempo mi è arrivato il messaggio che l’ordine non poteva essere evaso, perché il magazzino era stato bombardato e non c’era più. Oppure, per fare un altro esempio, la sala dove prima della guerra facevo yoga non c’è più, perché è stata venduta e non so cosa verrà fatto di quel posto. È tutto così: molti negozi e attività vengono chiuse, perché da un lato non ci sono i prodotti o il materiale, ma dall’altro non ci sono nemmeno le richieste”.
Questo è un altro aspetto della guerra: impoverire le persone giorno dopo giorno: “La qualità della vita è sempre più scarsa – prosegue Masha. Diminuiscono la quantità e la qualità dei prodotti, mentre i prezzo continuano ad aumentare. Ma hanno distrutto anche il sistema energetico, e oggi non sappiamo quanto potremo andare avanti con il poco che ci è rimasto”.

Torneranno i milioni di profughi?

C’è poi anche il grande tema di tutte le persone sfollate internamente o fuggite all’estero. I dati dicono che queste ultime siano poco meno di 7 milioni, ed è complicato prevedere cosa possa avvenire nel prossimo futuro. “Proprio oggi, vedevo il post di una mia amica che è scappata pochi giorni prima dello scoppio della guerra ed è poi rimasta in Italia. È partita che la figlia aveva 2 o 3 anni e, oggi, nel video, la bambina insegnava alla mamma l’italiano. In tre anni la bambina è diventata, di fatto, italiana, non ha nulla di ucraino, perché è logico che un bambino piccolo dimentichi in fretta quel poco che aveva acquisito in precedenza”.
Ma la riflessione di Masha va oltre: “Se questi tre anni hanno influito così su questa bambina, è evidente che abbiano cambiato anche noi, anche se forse non ce ne accorgiamo. Ma il sentimento prevalente, oggi, è di perplessità e delusione per il fatto che, alla fine, questi tre anni potrebbero non essere serviti a nulla. È stata una lotta vana… Certo, è difficile capire quello che succederà, ma la sensazione è che democrazia e giustizia non vincano… Vince chi è più furbo, più forte; chi ha più potere e lo utilizza per dominare gli altri.
Oggi sono tre anni di guerra, e non è certo una ricorrenza da festeggiare”.

Il tuo sostegno ai bambini dell’Ucraina

In questo contesto, si capisce come sia più necessario che mai continuare a sostenere la popolazione dell’Ucraina, come sta facendo Amici dei Bambini fin dall’inizio della guerra, con le sue attività portate avanti sul territorio e nella confinante Moldova.
Chiunque può dare il proprio contributo attraverso una donazione, per dare continuità agli interventi che Ai.Bi. Amici dei Bambini compie ogni giorno nel contesto della campagna #BAMBINIXLAPACE.