BAMBINIxLAPACE. Ucraina, non si ferma la poggia di missili su Kiev

Almeno 22 morti e oltre 130 feriti. Zelensky al G7: “Pronti a trattare, ma serve più pressione su Mosca”

È di almeno 22 morti il bilancio del devastante attacco russo che ha colpito la capitale ucraina nella notte tra il 17 e il 18 giugno.
Kiev si è svegliata sotto le macerie, con squadre di soccorso ancora al lavoro per cercare superstiti e vittime tra gli edifici distrutti, in particolare nel distretto di Solomyansky. A confermare il tragico aggiornamento è stato il sindaco Vitaliy Klitschko, che ha anche riferito di almeno 134 feriti.
Inizialmente, la polizia nazionale aveva parlato di 15 vittime, poi ridotte a 10 dal ministro dell’Interno Ihor Klymenko, che ha sottolineato l’instabilità dei dati durante le operazioni di soccorso. “Le parti di corpo rinvenute possono far pensare a più vittime di quante ve ne siano in realtà”, ha spiegato, sottolineando la drammaticità delle condizioni in cui operano i soccorritori.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha descritto l’attacco come uno dei più terrificanti e gravi dall’inizio della guerra contro Kiev, ef effettivamente è difficile dargli torto, anche solo considerando il numero di ordigni utilizzati (Ansa parla di 440 droni e 32 missili).

Le reazioni

Dal vertice del G7 in Canada, il presidente ucraino ha rilanciato l’appello alla comunità internazionale. “Le nostre famiglie hanno vissuto una notte molto difficile. È una tragedia enorme per il nostro Paese. Abbiamo bisogno del sostegno dei nostri partner”, ha dichiarato durante l’incontro con il premier canadese Michael Carney. Zelensky ha ribadito la disponibilità dell’Ucraina a negoziare per la pace e per un cessate il fuoco, ma ha sottolineato che solo una forte pressione diplomatica e politica su Mosca potrà creare le condizioni per un vero dialogo.
Purtroppo, però, lo scenario internazionale in continua evoluzione, con il nuovo fronte di guerra aperto in Iran, sembra aver relegato in secondo piano il conflitto in Ucraina, dove, però, la guerra continua a mietere vittime e a minacciare la stabilità globale.

Il tuo messaggio di speranza ai bambini dell’Ucraina

Le iniziative di Ai.Bi. in Ucraina e Moldova si susseguono ormai da tre anni. Purtroppo, la guerra non accenna a finire e, con essa, non finiscono i bisogni dei bambini e delle famiglie. Anzi, ogni giorno che passa è un giorno in più di guerra ad appesantire i pensieri, il vivere quotidiano e la speranza verso il futuro. Ecco perché oggi più che mai serve l’aiuto di tutti per riuscire ad andare incontro ai bisogni delle famiglie e, soprattutto, dei bambini, da sempre le prime vittime di ogni guerra e ogni emergenza. Chiunque può dare il proprio contributo attraverso una donazione, per dare continuità agli interventi che Ai.Bi. compie ogni giorno nel contesto della campagna #BAMBINIXLAPACE.

EMERGENZA UCRAINA

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