“Il Cantico delle Formiche”. Intervista a Max Laudadio

Il volto di “Striscia la Notizia” e testimonial di Ai.Bi. Amici dei Bambini Max Laudadio presenta, il 16 novembre alle 16.30, presso la Veneranda Biblioteca Ambrosiana (Milano), in occasione di BookCIty, il suo libro: la storia di una rinascita interiore tra fede, impegno e amore per la vita

“Sono rimasto senza fiato, perché ho capito che la felicità non chiedeva il successo o il potere, e nemmeno la fama e il denaro, cercava soltanto un dialogo con la mia anima, con la mia coscienza, con il mio cuore. In cambio non si aspettava prestazioni impossibili, ma semplice ascolto; non esigeva alcuna dote o qualità, ma il semplice desiderio di amare; non pretendeva nemmeno grandi sacrifici, ma solo la volontà di donarsi”.

La ricerca della felicità

Max Laudadio, volto noto di Striscia la notizia e da lungo tempo vicino ad Ai.Bi. Amici dei Bambini, sarà a Milano per BookCity domenica 16 novembre, ma questa volta non è l’inviato con il microfono: presenterà il suo libro “Il Cantico delle Formiche: La melodia dell’anima” (TS edizioni) che mescola racconto autobiografico, riflessione spirituale e impegno civile con l’Associazione ON, fondata insieme alla moglie Loredana, ma anche a fianco di persone fragili incontrate in carcere o ad Haiti.
Il riferimento immediato è al Cantico delle creature di San Francesco e sfogliando le pagine ogni capitolo è un episodio della storia personale associata alla lode a una creatura: un racconto che è pieno di vita, di esperienza, di gioia, di piccoli miracoli quotidiani. Come sottolinea Laudadio, il libro vuole essere un’ispirazione alla ricerca della felicità autentica che si può trovare negli incontri, nelle persone, nei gesti gratuiti, nella bellezza della natura di Cuasso al Monte in provincia di Varese dove si è trasferito.
Abbiamo incontrato Max per farci raccontare il suo percorso verso la felicità, dalla notorietà televisiva alla riscoperta dell’essenziale, un cammino che lo ha trasformato da “ateo convinto”, come scrive, a uomo di fede.

Ognuno ha il proprio “Cantico”

Il tuo libro si intitola “Il Cantico delle Formiche”. Cosa rappresenta per te l’immagine della “formica” in questo percorso di riscoperta?

Rappresenta il modo in cui mi vedo nel mondo, sono solo una formica. Ma la cosa importante è che una formica, insieme alle altre formiche, può buttare giù un grattacielo e non dobbiamo mai dimenticarcelo. Questo Cantico è il mio, ma spero invogli chiunque a scrivere il proprio Cantico. Ognuno ne ha uno diverso.

Il libro ha avuto una genesi particolare?

Nasce da una proposta dell’editore per l’anniversario degli 800 anni del Cantico delle creature di San Francesco. Non oso fare alcun parallelismo, sia chiaro! Però, dopo aver avuto la fortuna di vedere l’originale del Cantico in biblioteca ad Assisi, ho deciso di scrivere. Non volevo fare una mio biografia, che semmai deve essere postuma e scritta da altri, ma raccontare la mia storia con aneddoti, conquiste e difficoltà, scegliendo gli episodi che ritengo più significativi. Ogni capitolo è rapportato a un verso del Cantico che è spunto per avviare il racconto.

L’incontro con la fede

Nel libro, che a tratti ha un taglio molto intimo, scrivi che “La vita, nella sua assurda razionalità, ha avuto bisogno dell’irrazionalità per riuscire a dialogare con la mia anima”. 

Sì perché ho capito che la felicità non chiedeva grandi cose, né tantomeno successo, fama o denaro. Ero arrivato a un momento in cui mi ponevo molte domande, cercavo risposte e poi grazie a una serie di incontri, alcuni dei quali fondamentali, ho capito e sentito che la vita chiedeva solo la volontà di donarsi. Ho scoperto così la Fede, qualcosa che credo si debba solo vivere, è difficile se non impossibile da spiegare.

Racconti del tuo cambiamento che non ami definire ‘conversione.’…

È vero, preferisco chiamarlo incontro. Con Dio, con me stesso, la mia anima appunto. E non è un percorso che si è esaurito o concluso, anzi: la vita è così, alti e bassi, errori e ripartenze, in continua ricerca.

Nel libro c’è molto di te, della tua famiglia, dell’impegno sociale: è un Cantico collettivo, in fondo

Racconto delle persone che ho incontrato, i volontari, le persone che abbiamo accolto in famiglia – dalla ragazza albanese al giovane africano che sono ormai parte della mia vita e sono un dono prezioso. C’è anche un riferimento ad Ai.Bi. e agli anni in cui con mia moglie avevamo pensato all’adozione, tutto questo nella speranza che possa essere di aiuto, riflessione e ispirazione per chi legge. Da questo punto di vista, vorrei sperare che la popolarità serva a qualcosa, che sia uno stimolo per altri a fare cose belle in un mondo che è molto egoista e io-centrico.

Quale invito rivolgi ai lettori?

Intanto a venire alla presentazione domenica prossima 16 novembre! Saremo a Milano alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana alle 16.30 insieme a Mary Cacciola e Flavia Cercato di Radio Capital. Spero poi che leggano il mio libro, che racconta la mia strada personale segnata da piccole e grandi pietre miliari, ricordando che anche il più piccolo gesto può diventare parte di un canto più grande.