La Spiritualità dell’Adozione: di fronte ai bambini abbandonati e mai nati occorrono i nostri talenti

Proseguono le meditazioni sulla spiritualità dell’adozione, questa volta scritte dalla coppia Vilma e Sergio Barel. In vista del rosario del primo sabato del mese, il 1°  settembre, le famiglie affidatarie e adottive del movimento La Pietra Scartata riflettono sulla necessità di mettersi in gioco e di usare con fede i loro talenti per rinnovare l’impegno dell’accoglienza. Seguono le intenzioni di preghiera per il Rosario per i bambini abbandonati.

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt. 25,24-29)

“Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso, ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “servo malvagio e pigro, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha verrà dato e sarà nell’abbondanza ma a chi non ha verrà tolto anche quello che ha”.

COMMENTO

Gesù ancora una volta ci sconvolge: se pensiamo di lasciarci correre addosso la vita e “preservare” il nostro talento, non rovinarlo vivendo al “riparo” senza mettersi in gioco, facendo i nostri “compitini” stando tranquilli senza fare le scelte a cui Egli ci chiama, vivendo nel “confort” senza affrontare la fatica di tutti i giorni, allora vorrà dire che abbiamo avuto paura di accettare la sfida di essere stati creati a Sua immagine e somiglianza.

In questo senso siamo tutti dei “chiamati”; ognuno con le proprie capacità, debolezze e volontà. Ma Dio ci lascia liberi di usare i talenti come meglio desideriamo, è un dono senza prezzo, a noi la scelta.

Gesù ci sprona ad affrontare la vita con coraggio; “non abbiate paura, aprite le porte a Cristo” ci diceva sempre Papa Giovanni Paolo II; non importa se abbiamo uno, due o cinque talenti; affrontiamo la vita nel suo Spirito aiutandoci e rafforzandoci l’un l’altro.

E quante volte ci siamo sentiti, di fronte al dramma del bambino abbandonato o peggio del “bambino mai nato”, impotenti, senza talenti.

Il Signore ci chiama: vogliamo guardare dall’altra parte e preservare la nostra tranquillità apparente oppure mettere a frutto i talenti donatici per smuovere le coscienze? Quante volte abbiamo visto negli occhi dei bambini abbandonati la domanda “dammi un’altra possibilità di far fruttare i talenti che il Signore mi ha dato!”.

Ecco allora che “chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio accoglie me” è lo sprone per mettere a frutto i talenti che il Signore ci ha dato, consapevoli che Lui è li ad aiutarci ed a darci coraggio in ogni momento indipendentemente dalla quantità e qualità dei nostri talenti.

Preghiamo

Nel 1° mistero preghiamo perché ogni famiglia sappia riconoscere nei figli biologici, adottivi e affidatari, un segno dell’amore del Signore per noi.

Nel 2 °mistero preghiamo affinchè ogni persona riconosca i talenti affidategli e scelga di utilizzarli per moltiplicarli.

Nel 3° mistero preghiamo perché ogni donna in difficoltà possa riconoscere nella maternità la grazie di una vita che si affaccia al mondo e perché trovi attorno a se coloro ch la possono aiutare nel difficile compito.

Nel 4°mistero preghiamo affinchè lo Spirito Santo soffi su tutte le persone che sono chiamate ad aiutare i bambini, in grembo e coloro che sono già nati, a diventare figlio.

Nel 5 °mistero preghiamo per tutti i giovani che non hanno trovato una famiglia e che si trovano ad affrontare la vita da soli. Che il Signore illumini la loro strada affinché possano scoprire i loro talenti e metterli a frutto.