Idoneità: selezione no, accompagnamento si!

Franco scrive:

Buongiorno a tutti, voglio raccontarvi una storia vera.

Siamo famiglia adottiva e, alcuni anni fa, abbiamo conosciuto una coppia che aveva il desiderio di adottare. Non più giovanissimi, avrebbero voluto adottare un bambino piccolo, sano, nato in Italia o in un Paese europeo e stare via al massimo per una settimana, visti i problemi lavorativi.

Dopo l’incontro con noi fecero un cammino di crescita Incontrando referenti dei servizi e delle associazioni e, dopo qualche anno di iter, hanno adottato uno splendido ragazzo di 10 anni di colore, con una storia problematica, rimanendo nel Paese estero per qualche mese. Oggi sono una famiglia felice.

Sicuramente se all’inizio del loro percorso adottivo, fossero stati aggrediti dai servizi e non accompagnati, la loro storia non avrebbe avuto un lieto fine…chissà!

Ma questa esperienza insegna che bisogna accompagnare le coppie e non selezionarle!

 

Irene-BertuzziCaro Franco,

è davvero emblematico quanto scrive a proposito degli amici che hanno adottato un bambino grande; un bambino certamente molto diverso da quello che avevano nel loro immaginario quando hanno iniziato il percorso verso l’adozione. Tante sono la coppie che all’inizio del percorso con i servizi sognano un bambino spesso piccolo, bello, sano corrispondente a quel figlio che magari non hanno potuto avere. Ma se i servizi sanno lavorare bene, se non si pongono in un atteggiamento giudicante e soprattutto non hanno in testa di selezionare le coppie ma hanno l’obiettivo di accompagnarle per aiutarle a capire che cosa è l’adozione in genere e nello specifico, l’adozione internazionale oggi, allora è facile che la conclusione delle “indagini” porti ad ampliare la disponibilità delle coppie, a capire che, al di là del legittimo desiderio di diventare padri e madri, ci sono milioni di bambini che desiderano diventare figli e che uno di loro può essere “loro” figlio.

 

Un caro saluto

Irene Bertuzzi

Area Tecnica Formazione Ai.Bi