A Kinshasa la prima Casa Famiglia milanese

DIGITAL CAMERAEuro dopo euro, mattone dopo mattone, ora di formazione dopo ora di formazione, così è stata costruita la prima Casa Famiglia di Ai.Bi. a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo. L’Associazione milanese è riuscita nell’impresa grazie al sostegno di Alessi, da anni vicina ad Ai.Bi., ma in questa iniziativa con un impegno maggiore: la campagna “Alessi for Children”. Per ogni suo prodotto venduto nel periodo natalizio in tutti i paesi del mondo un euro è stato devoluto al progetto di dare una casa ai bambini abbandonati di Kinshasa. In questo modo è stata raccolta la somma di 200 mila euro. “La sfida – spiega Valentina Griffini, che per Ai.Bi. segue il progetto – era non solo acquistate, ristrutturare e attrezzare l’edificio, ma introdurre un concetto a noi molto caro: l’accoglienza in famiglia. Sostituire l’approccio assistenziale con un ambiente di famiglia in un contesto difficile, dove non ci sono cultura e sensibilità verso questo concetto”. Sono state pertanto formate – continua – delle educatrici, chiamate “mamam”, che aiutano la coppia di genitori che gestisce la casa”.

Nella struttura “Ange Gabrielle”, già operativa, vivono accolti da una mamma e da un papà come fossero figli loro diciassette bambini, seguiti da tre educatrici e altre due persone di sostegno con l’intento di arrivare a trenta piccoli ospiti, per i quali avviare un percorso di accompagnamento verso l’adozione o l’accoglienza. Attraverso il “Diario del Congo”sul sito dedicato www.alessiforchildren.org i risultati sono man mano testimoniati.

“Un grande impegno e una grande soddisfazione – aggiunge Valentina Griffini – in un Paese dove siamo presenti dal 2008 ed è emergenza continua. L’ultima è a Goma, dove un gruppo di 131 bambini, a seguito degli sfollamenti causati dalla conquista della città da parte del gruppo di ribelli M23, ha bussato alla porta di uno dei nostri istituti. La struttura, che ospita fino a 60 bambini, ora ne accoglie 189 con i conseguenti problemi di alimentazione e salute”. Un nuovo appello alla solidarietà…

 

(Avvenire, Federica Serva, 29 Marzo 2013)