Un nuovo maxi sbarco: 70 sono bambini!

sbarchi lampedusaErano a circa cento miglia da Siracusa, in condizioni disperate. Un aereo li ha avvistati, nel corso di una ricognizione, ed è subito scattato l’allarme. La Centrale Operativa del Comando Generale della Guardia Costiera ha dirottato due mercantili che navigavano in quella zona per fornire immediatamente la prima assistenza. Poi, due motovedette sono partite dalla costa, hanno ‘agganciato’ il barcone e provveduto al trasbordo dei migranti.

Così, esausti, disperati, dopo aver patito fame, freddo e paura, sono approdati in nottata nel porto di Siracusa, duecento profughi di cui settanta sono bambini.

Nelle stesse ore a Lampedusa sono arrivati due pescherecci (con a bordo uno 398 siriani e l’altro 111) e altri tre natanti in difficoltà sono stati avvistati nel Canale di Sicilia.

L’isola è al collasso e tutti i centri di accoglienza si trovano ad ospitare il doppio, il triplo, il quadruplo delle persone previste dalla loro capienza.

I bambini rappresentano l’emergenza nell’emergenza degli sbarchi. Alcuni sono piccolissimi, alcuni hanno perso i genitori durante la navigazione, alcuni si sono ammalati o sono fortemente denutriti e disidratati, alcuni sono sotto choc dopo una traversata massacrante e dopo tutto quello che si sono lasciati alle spalle (guerre, lutti, fame, pericoli). Che futuro li aspetta, adesso?

«La gente di mare ragiona diversamente da quella di terra, quando sei al largo non contano le leggi sull’accoglienza o la propria posizione politica sull’immigrazione, non esiste dibattito teorico: se vedi qualcuno in pericolo in mare lo soccorri, punto e basta», racconta a La Stampa il comandante Paolo Andriani, che tante volte in passato è intervenuto in soccorso di queste carrette del mare.

Sono proprio le sue parole, raccolte in un’intervista da Francesca Paci, a ricordare che, nel dramma dei profughi, i bambini richiedono un’attenzione ancora più viva e soluzioni più tempestive. E occorre una sensibilità particolare. “Ho visto minori anche piccolissimi, di tre o quattro mesi” racconta. “Arrivano dopo viaggi terribili. Pensate a come ci sente dopo il mal di mare sofferto durante una traversata in traghetto… Ecco moltiplicate quella sensazione per mille: solo così capirete lo shock, l’ansia, lo spossamento con cui arrivano a terra”.