Il 15 gennaio si tiene l’assemblea online per la Carta di Lampedusa

Profughi_Lampedusa200Un grande momento di discussione collettiva porterà alla nascita di un patto che metta al primo posto il diritto alla vita, la dignità delle persone, i loro desideri e speranze. Saranno circa 200 tra associazioni, collettivi, piccole e grandi organizzazioni di tutta Italia a collegarsi da altrettante postazioni internet, mercoledì 15 gennaio, per partecipare alla scrittura  della cosiddetta Carta di Lampedusa.

L’idea è nata all’indomani della strage avvenuta al largo dell’isola siciliana il 3 ottobre scorso: 368 tra donne, uomini e bambini persero la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa. Quella tragedia ha spinto anche i movimenti e le piccole realtà a mettersi in gioco, ad andare oltre “l’uso umanitaristico” che la politica starebbe facendo “del dibattito intorno al confine, ai suoi morti, alle sue leggi, relegando la discussione alla sfera dell’umanitarismo e alla retorica dell’accoglienza”. Il 3 ottobre, a detta delle associazioni che parteciperanno all’elaborazione collettiva della Carta, “ha messo in crisi la legittimità delle politiche europee in materia di immigrazione”. “In ballo c’è una più ampia sfera di diritti legata all’Europa e al suo assetto”.

Al centro del dibattito del 15 gennaio ci sarà la proposta di un incontro, previsto a Lampedusa dal 31 gennaio al 2 febbraio, al quale parteciperanno movimenti, associazioni, organizzazioni italiane, europee, mediorientali e nordafricane. La Carta di Lampedusa sarà infatti un patto euromediterraneo, finalizzato a dare vita a un nuovo orizzonte sul terreno delle migrazioni e a costruire un’azione europea e mediterranea condivisa.

L’iniziativa della scrittura collettiva della Carta nasce dalla consapevolezza, che accomuna tutti  i promotori del documento, del fatto che non sia “possibile stare fermi a guardare da spettatori ciò che accade, forti delle nostre ragioni ma incapaci di tradurle in pensieri collettivi e diffusi”.

 

Fonti: Melting Pot, Vivere Jesi