“… Ma Dio tace”: in scena le risposte alle domande profonde sull’adozione

maq dio taceCosa significa adottare un bambino abbandonato? Come può un bambino abbandonato da una mamma credere ancora nell’amore di una nuova mamma? Può essere veramente mio figlio un bambino non nato da me? Come può una mamma abbandonare suo figlio? Come può un bambino abbandonato vivere per così tanti anni nella speranza di un incontro?

Per rispondere a queste e ad altre domande, tanto significative per migliaia di coppie adottive, è necessario immergersi in quella che oggi viene definita “la spiritualità dell’adozione” che fa di questa scelta, di questa meravigliosa forma di accoglienza, una vera e propria vocazione.

L’adozione, nel suo vero senso dell’accogliere e dell’essere accolto, costituisce l’aspetto più pregnante e sorprendente di un cammino di fede. Tutto ciò è spiegato in “… Ma Dio tace”, rappresentazione scritta da Marco Griffini, presidente e fondatore di Amici dei Bambini, e tratta dal libro “… Ma Dio tace. Abbandono, speranza, adozione” (edizioni àncora, Milano, 2012), dello stesso autore.

In questi primi giorni di aprile “… Ma Dio tace” torna sul palcoscenico. Venerdì 4, alle ore 21, sarà a Milano, presso la parrocchia di Santa Giustina nel quartiere Affori. La rappresentazione è organizzata dalle famiglie de “La Pietra Scartata” di Milano in collaborazione con il Centro Servizi alla Famiglia “Fidarsi della Vita” di Affori.

Domenica 6 aprile, alle ore 15.30, invece, “… Ma Dio tace” sarà sul palco della parrocchia del Sacro Cuore di Gesù a Trieste, a cura del Movimento delle famiglie Ai.Bi. del Veneto.

La riflessione proposta dallo spettacolo pone al centro il mistero dell’accoglienza di un minore abbandonato, osservato con la profondità di chi si interroga ogni giorno sullo scandalo dell’abbandono e con la generosità di chi riconosce che la salvezza di manifesta “nell’accoglienza, nella donazione di sé fino ad accogliere l’altro totalmente”. È l’insegnamento di Gesù, abbandonato dal Padre sulla Croce: “Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me”.  “… Ma Dio tace” cerca quindi di tracciare un percorso di salvezza fondato sulla speranza di chi ha vissuto o sta ancora vivendo la condizione dell’abbandono.

 

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