Adozioni internazionali: non è esagerato parlare di corruzione, per un regalo di 50 dollari?

Buongiorno,

ho letto l’articolo sui pagamenti in nero richiesti da alcuni enti alle coppie. Personalmente ritengo come tanti italiani che la corruzione sia un male assoluto. Però bisogna calare il concetto nelle realtà dei Paesi esteri nei quali si adotta. Non si tratta di comprare bambini, ma se qualcuno dice che ci vogliono due settimane per avere un banale timbro e poi ti accorgi che con 50 dollari ottieni quel timbro in due minuti, il discorso da fare è un altro. Credo che rifiutare i 50 dollari equivale a rifiutare, ponendosi al di sopra, la stessa cultura di quei Paesi, atteggiamento che non aiuta ad essere ben visto e accettato.

Michele

 

IRENEBERTUZZIGentile Michele,

a parte il fatto che un timbro che ‘costa’ 50 euro non è comunque legale né in Italia né in qualsiasi parte del mondo. Tanto più che se 50 dollari in occidente valgono poco, la cifra in altre parti del mondo equivale a uno stipendio intero. In Camerun, per esempio, lo stipendio medio di un impiegato è di circa 100mila franchi locali che equivalgono pressappoco a 40 euro. Quindi, direi proprio che di corruzione si tratta comunque. Ma quel che l’articolo citato denunciava è una richiesta che riguarda ben altre somme. Perché si parlava di coppie che portano  all’estero in contanti  dai 10 ai 15mila euro, quindi non proprio bruscolini. E per ogni adozione che viene conclusa con questi metodi, il livello di opacità e corruzione del sistema aumenta. Più c’è corruzione e più il funzionamento del sistema viene rallentato fino a bloccarsi del tutto. In altre parole, i pagamenti in nero ‘inquinano’ l’intero sistema delle adozioni che in ogni caso ne esce sconfitto. E invece adottare legalmente è assolutamente possibile. Avviene ogni giorno ed è il modo più sicuro per tutelare la coppia,  e soprattutto i bambini coinvolti.

Cordiali saluti,

Irene Bertuzzi

Responsabile adozioni internazionali di Ai.Bi.