Renzi presidente della Commissione Adozioni Internazionali: la prima volta di un Presidente del Consiglio

matteo-renzi350200Non c’è che dire, la notizia è di quelle che fanno discutere. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, a sorpresa e per la prima volta nella storia del governo italiano, ha deciso di tenere per sé le funzioni in tema di Adozioni Internazionali, conservando la presidenza della Commissione Adozioni Internazionali (CAI).

Il desiderio è stato esaudito? O c’è il rischio di un intoppo istituzionale, una conservazione dello status quo dovuta all’assenza di altre soluzioni? Di certo, ora, c’è che si devono superare le congetture e le supposizioni, perché da oggi il Presidente della Commissione Adozioni ha un nome, quello prestigioso di Matteo Renzi.

Prestigioso in primo luogo perché è alla ribalta del palcoscenico nazionale e internazionale come capo del governo italiano, in secondo luogo perché nel suo percorso politico ha sempre speso parole importanti sul tema delle adozioni internazionali. La prima uscita risale alle primarie Pd del 2012: “Oggi una coppia italiana che vuole adottare un bambino deve pagare tangenti a realtà internazionali”. Una verità che ha scioccato e fatto discutere, ma che ha dato la cifra di una situazione reale, denunciata anche dall’Associazione Amici dei Bambini. E ancora, da neoeletto segretario del Pd a fine 2013, ha sostenuto la necessità di inserire una disciplina più moderna ed efficace delle adozioni tra i punti cardine del patto di coalizione a sostegno del governo Letta.

E ancora, nell’ambito della crisi delle adozioni che ha interessato la Repubblica Democratica in Congo, ha preso una posizione precisa, definendo arzigogolata e confusa la procedura per le adozioni internazionali, evidenziando che il legislatore avrebbe dovuto effettuare uno sforzo di semplificazione e trasparenza. Non aspettiamo altro e non potremmo essere più d’accordo, in un contesto che vede da lungo tempo Ai.Bi. protagonista nella richiesta di un cambiamento legislativo.

Un cambiamento che Amici dei Bambini ha già portato in Parlamento da diversi mesi, dove è depositata una proposta di legge, firmata anche da Khalid Chaouki, che di Renzi è collega di Partito. Una legge seria, elaborata da chi lavora da decine di anni nel settore, ponendo l’ambizioso obiettivo di cambiare radicalmente il volto dell’adozione internazionale, rendendola più semplice e meno costosa.

In un contesto che vede 168 milioni di bambini abbandonati nel mondo, il calo del 40% delle adozioni in Italia nei primi tre mesi del 2014 rispetto allo stesso periodo del 2013, è un dato estremamente allarmante. Non si tratta più di riflettere, quanto di agire in fretta.

Assumendo questa responsabilità, Matteo Renzi assume il dovere di dare concretezza alle sue intenzioni, di dare risposta all’emergenza dell’abbandono. Con il ruolo che ha scelto di assumere, il premier dimostri di avere la priorità a quei 168 milioni di bambini abbandonati in tutto il mondo, che non chiedono altro se non di essere accolti in una famiglia vera.  E restituisca un po’ di fiducia alle migliaia di aspiranti famiglie adottive italiane, che sono sempre più scoraggiate – i numeri lo dimostrano – dall’avventurarsi in quell’intricata selva di regole, pratiche, preconcetti e costose parcelle che è diventata l’adozione.

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