Spettabile Cai, che fine fanno i versamenti effettuati a enti poi spariti nel nulla?

Salve,

frequento da qualche tempo il vostro sito. Ho letto l’articolo che invitava le coppie a denunciare alla Cai tutti quegli enti che chiedono di portare all’estero soldi in contanti. Personalmente vorrei avere una risposta, anche dalla CAI, rispetto a versamenti effettuati legalmente tramite bonifico ad associazioni come AIRONE-ONLUS per i costi procedura estera, che non sono stati mai effettuati, ma invece intascati da AIRONE. Irrintracciabile e sparita nel nulla… intanto le coppie hanno dovuto pagare tutto nuovamente, anche laddove i referenti erano gli stessi, le prove documentali dei versamenti c’erano… ma tutti fanno finta di nulla… Dov’è finito tutto lo staff di AIRONE? possibile che anche la magistratura non è ancora venuta a capo di nulla?

Tommy

 

CRINO (2)Buongiorno Tommy,

domanda decisamente pertinente che credo si pongano tutti coloro che hanno a che fare con l’adozione internazionale.

Attendere di sapere che cosa davvero è successo, in tempi si spera accettabili, è peraltro la sola cosa che può fare anche Ai.Bi., non avendo accesso agli atti ispettivi della CAI né a quelli relativi a eventuali inchieste della magistratura.

Le informazioni che abbiamo sono dunque quelle che tutti possiamo leggere sui non molti articoli di giornale dedicati a questo tema.

Anche da qui, però, emerge almeno un elemento interessante.

Dalle ricostruzioni giornalistiche sembra infatti che il referente all’estero di Airone abbia ripetutamente preteso versamenti da parte delle coppie in loco.

Si tratta di una pratica vietata dalle Linee guida CAI in vigore: “i collaboratori dell’ente all’estero devono essere retribuiti per le loro prestazioni soltanto dall’ente. Le coppie in carico all’ente non possono fare da tramite per i pagamenti.” (art. 12 Linee guida CAI).

Magari allora, come spesso accade negli scandali italiani, sarebbe bastato fare rispettare questa sola regola per evitare quanto è successo. Il referente all’estero non avrebbe avuto la possibilità di chiedere continuamente soldi alle coppie, sarebbe così venuta meno l’occasione di un guadagno facile per lui e, forse, tutta questa vicenda non sarebbe neppure iniziata. Non ci sarebbe stato l’ennesimo scandalo e l’ennesimo dolore per le coppie coinvolte; qualche coppia, che ora rinuncerà all’adozione, non avrebbe deciso di rinunciare a questo progetto.

Se così fosse, è inevitabile che sorgano dubbi.

Forse l’adozione internazionale non è per sua natura una giungla pericolosa e inesplorabile, come spesso la dipingono i giornali.

Forse basterebbe fare rispettare alcune semplici regole di trasparenza economica, ben note agli addetti ai lavori, e alcune già in vigore benché ignorate, per farla tornare ad essere solo il gesto d’amore dell’accoglienza di un figlio.

E infine resta una domanda. Nel vasto programma di riforme di Renzi, fresco presidente CAI, ci sarà il tempo di mettere mano anche alla riforma dell’adozione internazionale?

Cordiali saluti

Antonio Crinò

Direttore Generale di Ai.Bi.