I tempi lunghi dell’affido sono una garanzia per i bambini e le loro famiglie d’origine!

Buongiorno,

Amici dei Bambini più volte si è dichiarata contraria agli affidi che durano svariati anni, quindi superano i due anni di tempo, rinnovabili, previsti dalla legge. Ora, ritengo che vada spezzata  una lancia a favore dell’attuale normativa.  Va ricordato che stiamo parlando di bambini che vanno in affido perché al momento dell’affido esistono i presupposti per il rientro nelle loro famiglie, ma poi per le più svariate ragioni questo rientro non avviene. Passa il tempo, passano gli anni, i bambini crescono e gli affidatari diventano il riferimento affettivo per il bambino. E allora cosa facciamo? I tempi lunghi dell’affido non possono essere stigmatizzati e non rappresentano un abuso nei confronti del bambino, ma anzi possono rappresentare una tutela per garantire i tempi di recupero delle famiglie d’origine, chiarezza della situazione, mantenimento dei rapporti con i genitori e/o con i fratelli. E non da ultimo, ritengo siano garanzia di legalità.

Cordiali saluti,

Martina

 

riccardiGentile Martina,

è vero. Amici dei Bambini è da tempo impegnata in una battaglia che punta a limitare l’arco di tempo dell’affido, che come lei giustamente ricorda, la legge stessa concepisce come uno strumento di supporto temporaneo. Due anni, eventualmente rinnovabili, sono un tempo ragionevole per aiutare le famiglie in difficoltà a ristrutturarsi al proprio interno. Ma la verità è che spesso  molti affidi iniziano senza che ci sia alcun presupposto per il rientro dei minori nella famiglia d’origine. Altrimenti non nascerebbero come affidi sine-die. E invece la scelta dei giudici di mandare un minore in affido si rivela a volte un escamotage per rinviare la decisione sull’inevitabile decreto di adottabilità, che poi quando arriva, è sempre in ritardo. A volte è superato dall’adozione ‘di fatto’ da parte dei genitori affidatari, che insieme ai bambini coinvolti vivono troppo a lungo nel limbo. Altre volte è in ritardo, perché è evidente che più tardi arriva, più riduce le possibilità dei minori di trovare una famiglia. Né si può accettare che una famiglia affidataria che ha dato la propria disponibilità ad accogliere un bambino in difficoltà, viva quasi come un senso di colpa la volontà di non procedere con l’adozione. Ma la sua osservazione sull’opportunità degli affidi lunghi sposta la ratio dell’istituto giuridico dell’affido. Stando al suo discorso, l’affido ne uscirebbe svilito diventando molto semplicemente il collocamento in situazione più sicura di un bambino.

Cordialmente,

Cristina Riccardi

Membro del Consiglio Direttivo di Ai.Bi. e responsabile politica del settore Affido