Adozioni internazionali. Le teleconferenze aperte alle famiglie adottive. Il caso del Nepal.

americaTeleconferenze pubbliche e aperte alle famiglie, costanti e trasparenti aggiornamenti sui risultati delle mission delle delegazioni istituzionali in visita nei Paesi stranieri dove ci sono situazioni delicate, in crisi o dove le adozioni internazionali sono state bloccate.  Un canale di comunicazione diretto tra l’Autorità Centrale e le coppie adottive nel principio della trasparenza, correttezza e onestà intellettuale. E in nome soprattutto di un principio semplice: “ecco quello che facciamo per voi”. Questo è quanto viene messo in pratica dal Dipartimento di Stato Americano, Autorità Centrale degli Stati Uniti per le adozioni internazionali, e dai Servizi statunitensi per i cittadini e l’immigrazione (Uscis) incarnando così perfettamente il corretto modus operandi che un’Autorità centrale deve avere nei confronti degli enti accreditati e delle famiglie adottive.

Un esempio? Il caso del Nepal. A novembre scorso una delegazione del Dipartimento di Stato Americano e dell’Uscis ha compiuto una visita di 4 giorni nel Paese Himalayano. A guidare la delegazione era l’ambasciatrice Susan S. Jacobs, consulente speciale per i problemi dei minori presso il Dipartimento di Stato. Scopo della visita era quello di conoscere l’attuale sistema governativo nepalese di welfare per l’infanzia, compresa la realtà dell’adozione, e di dimostrare il supporto degli Usa agli sforzi del governo nepalese di salvaguardare l’adozione internazionale e quindi cercare una soluzione definitiva per i bambini che necessitano di una famiglia.  Una mission importante il cui valore e contenuto è stato condiviso fin dal primo momento con le coppie adottive.

E non solo. All’indomani della visita in Nepal, il Dipartimento di Stato Americano ha pensato bene di organizzare per il 29 gennaio, una teleconferenza aperta a tutti, pubblicando sul suo sito una nota ufficiale in cui invitava a partecipare alla conference call tutti coloro fossero interessati ad avere delucidazioni e aggiornamenti sul blocco delle adozioni internazionali in Nepal.

Nel sito del Dipartimento di Stato americano si leggetestualmenteDal 16 al 19 novembre 2014 una delegazione composta da rappresentanti dell’USCIS e del Dipartimento di Stato ha visitato il Nepal per conoscere meglio il governo delle attuali procedure del sistema di assistenza ai minori e di adozione. Inoltre scopo della visita era dimostrare il sostegno del governo degli Stati Uniti agli sforzi del Nepal per rafforzare il sistema di assistenza ai minori. Durante questa teleconferenza, USCIS e Stato condivideranno le informazioni durante la visita della delegazione e risponderà a eventuali dubbi o domande sul nostro futuro impegno con il Nepal”. E si forniscono i codici per mettersi in collegamento.

Insomma chiarezza, semplicità e trasparenza. A differenza di quanto sta accadendo oggi in Italia con l’attuale gestione della CAI (Commissioni Adozioni internazionali) che predilige un atteggiamento di “riserbo” in merito alle visite in Italia delle delegazioni delle autorità centrali per le adozioni degli altri Paesi e viceversa. Un riserbo mantenuto, paradossalmente,anche nei confronti degli enti autorizzati, ovvero i soggetti maggiormente  interessati al buon esito di tali incontri, i quali  avrebbero avuto il diritto non solo di essere informati, ma  anche di partecipare a tali incontri. Il risultato? Famiglie, coppie ed enti che navigano a vista senza sapere mai con assoluta certezza e tempismo cosa succeda nei vari Paesi in cui si adotta.