Lettera aperta al sindaco di Lampedusa

Mimmo_Paladino_Porta_di_Lampedusa_porta_europa_01Cara Sindaco Nicolini,

da “spugna errante” di Lampedusa, ho letto e assorbito quanto ha dichiarato sul premio di “cittadino europeo” che ha ritirato a Bruxelles. Un riconoscimento dalla “doppia faccia”. Lampedusa icona di umanità, per il rispetto dei diritti e per la sua grandissima capacità di accoglienza, è un’isola, in mezzo al mare europeo, sola nel suo volto e nelle sue opere. Lei invita non solo a rafforzare Triton ma a spostare gli obiettivi più a sud di Lampedusa. Con Lei in tanti si augurano che la politica dell’accoglienza europea porti a far si che si esca dalla logica dell’emergenza, affinché uomini e donne possano chiedere asilo prima di salire su quei barconi in cui sono trafficanti a decidere non solo le rotte, ma la vita e la morte delle persone. Scrivevo poco fa alle mie colleghe che sono lì… le informavo che nei giorni scorsi con Concord Italia abbiamo svolto un seminario interno, finalizzato ad aumentare la consapevolezza delle singole associazioni sulla necessità di una nuova politica e una nuova narrativa sulla migrazione e sullo sviluppo. A volte, infatti, la mente s’ inceppa – e tra il dire e il fare c’è di mezzo proprio un mare:  un mare di politica, un mare di parole, un mare di giudizi, un mare di mappe concettuali che portano lontano dalle persone anziché verso le persone, un mare di migranti che sono esodati, profughi, madri sole, lavoratori, minori stranieri non accompagnati, categorie… Con Lei siamo in molti a patire le incongruenze sotto questo cielo europeo; e lavoriamo duro perché tali incongruenze vengano superate. Questa settimana, mentre parlavo delle 1500 famiglie italiane che hanno dato la disponibilità a mettersi in gioco dentro un nuovo stile di accoglienza, il family to family approach, mi è stato fatto osservare che il percorso è bello, bellissimo, ma che molte sono le difficoltà e che il modello è di difficile “esportazione”. Dunque 1500 famiglie italiane disponibili ad accogliere minori stranieri non accompagnati che valore politico possono avere? Come me tante altre colleghe e colleghi nelle diverse sedi italiane, s’ impegnano a tradurre la nostra proposta di accoglienza familiare in peso specifico, capace di fare la differenza. Tutti testimoniamo l’Emergenza Siria e Bambini in Alto Mare, ovvero il family to family approach come modo e luogo per mettersi in discussione, verso un’accoglienza dei minori che va oltre la genitorialità, un’accoglienza che è semplicemente umana. Il nostro lavoro quotidiano insieme a Lampedusa e a Sud di Lampedusa, è far si che si possa pensare alla famiglia come enzima di inclusione e di speranza, in una logica di temporaneità e di politiche integrate. Le relazioni familiari e l’accoglienza familiare temporanea sono un modo per riportare i tanti Ahmed e Mariam ad avere la dignità di persona, con i loro diritti di uomini e donne, a cui è più semplice prestare ascolto se  il veicolo sono le relazioni affettive, un piatto caldo, lenzuola fresche, o semplici punti di riferimento orientativi. Non è questo l’albergo del buonismo ma un sano egoismo, volto all’accoglienza diffusa come strumento di conoscenza del prossimo, come fonte di ricchezza, come sana sfida alla capacità vera dello Stato di fidarsi del cittadino e delle associazioni qualificate – ripeto delle associazioni qualificate, che fanno loro stesse dei cammini volti al miglioramento. Un grande impegno, dentro una logica di sistema organico, per l’inclusione di tanti Jamira, Kamil e per il transito di altrettanti e più. Di qui penso all’importanza di allineare la comunicazione con le azioni, l’orizzonte a cui si tende con la terra sotto i piedi. Un po’ come fanno le splendide tartarughe caretta caretta, che appena nate mappano il territorio da dove sgusciano e lì tornano a nidificare 25 anni dopo. Una meraviglia il delicato mondo delle tartarughe e dell’Isola dei Conigli, che molti turisti visitano venendo a Lampedusa. Le mie colleghe sono lì mente io scrivo, insieme a Omar, un ragazzo egiziano  che era stato ospite a Messina nella nostra casa Mosé, che ha voluto fare un viaggio a Lampedusa di consapevolezza e di bellezza, dando una mano lì e visitando anche il territorio tropo poco raccontato. A Omar egiziano e a Lei, sindaco, voglio regalare la cartolina della settimana, inviataci da Khalid Chaoqui, che il 27 febbraio ha partecipato al convegno la fede un ponte tra oriente e occidente. La cartolina questa volta assume la forma di una poesia, dal titolo Raccomandazione tratta dal libro Essere Pace del monaco zen Thich Nhat Hanh:

Prometti,

promettimi che oggi,

mentre il sole sta appena nascendo,

se anche ti abbatteranno

con una montagna di odio e di violenza,

promettimi, fratello, che ricorderai

che nessun uomo è nostro nemico.

Solo pietà,

solo odio.

Invincibili, illimitati.

Ma con l’odio non si potrà mai affrontare la bestia che è nell’uomo.

Invece un giorno, quando affronterai

Da solo questa bestia, il tuo coraggio intatto,

il tuo sguardo gentile,

dal tuo sorriso sboccerà un fiore

e quelli che ti amano

ti vedranno nei diecimila mondi della nascita e della morte.

 

Ancora solo

Andrò a testa china,

sapendo però che l’amore è immortale.

E sulla strada lunga, difficile,

il sole e la luna splenderanno,

illuminando i miei passi.

 

Dalla vostra “spugna errante”

Marzia Masiello

In questo particolare momento di emergenza, chiediamo ai nostri sostenitori e ai nostri lettori di aderire alla nostra campagna “Bambini in alto mare”, attivando un Sostegno a Distanza per garantire la giusta accoglienza di queste persone che scappano dalle minacce che scaturiscono dalle guerre presenti nei loro territori.