“A tre anni hai il diritto di vivere in una famiglia vera”. In 7604 firmano la petizione.

famiglia0kDa locale, è diventata una faccenda internazionale. La storia della bambina che il tribunale dei minorenni di Bologna ha affidato a una coppia di omosessuali, amici della famiglia d’origine della piccola, ha mobilitato gruppi parlamentari, associazioni familiari, singoli cittadini.

Aiutate dal web, ben 7604 persone hanno votato la petizione che Luigi Salis, residente a Madrid, ha lanciato per chiedere al Presidente del Tribunale emiliano di affidare la bambina a un nucleo familiare pienamente genitoriale. Occorrono almeno 2396 firme (dato aggiornato alle 17 del 22 novembre), per raggiungere la soglia minima di 10mila sottoscrittori che permetterà di trasformare l’opinione condivisa da tanti in ‘azione politica’.

La mobilitazione popolare nasce da una valutazione precisa: cioè che la decisione assunta dal Tribunale rappresenti un’ interferenza nei confronti dell’autorità sovrana del Parlamento, che non ha mai promulgato leggi in tale senso. E dalla considerazione che il provvedimento viola la Carta dei diritti del bambino. La quale afferma esplicitamente che “il bambino in tenera età non deve essere separato dalla madre“, evitando qualsiasi interpretazione che non faccia riferimento alla famiglia composta da un uomo e una donna.

Intanto sulla vicenda sono scesi in campo anche diversi gruppi parlamentari, di opposti orientamenti.

I deputati di Scelta Civica, Gian Luigi Gigli e Mario Sberna, hanno dichiarato: “Siamo certi che il Tribunale dei minori non abbia inteso promuovere l’ideologia del gender per scardinare la famiglia naturale. Evidentemente mancavano famiglie vere cui affidare la piccola. Se davvero è così, per aiutare la piccola a crescere serenamente mettiamo a disposizione le nostre rispettive famiglie, in ognuna delle quali potrà trovare una madre, un padre e cinque fratelli con cui giocare. In caso contrario vorrà dire che certi giudici di Bologna stanno solo facendo politica, per promuovere a famiglia ciò che famiglia non è e non potrà mai essere“. I deputati di Scelta Civica Gian Luigi Gigli e Mario Sberna a proposito della decisione del tribunale di Bologna.