Abbiategrasso. Scegliere la vita nell’abbandono. La seconda di vita di Azzurra, “rinata” in una Culla per la vita

culla-pedrianoUn dono di vita. È il gesto  che compie una mamma quando decide di affidare il proprio bambino al calore e alla protezione di una “Culla per la vita”. Si tratta di un grande atto d’amore che mostra come si voglia dare una reale opportunità di vita ad un figlio che una mamma non può accudire come meriterebbe.

L’ultimo dono è Azzurra. La piccola è stata chiamata così perché i primi ad accorrere e a occuparsi di lei sono stati i volontari della Croce Azzurra, che hanno trovato la bambina mercoledì 13 aprile intorno alle 23.45 nella Culla per la vita ad Abbiategrasso, in provincia di Milano.

Era in buone condizioni di salute – rassicura Luciana Parola, primario di Neonatologia dell’ospedale Giuseppe Fornaroli di Magenta, dove la neonata è stata trasferita dopo il ritrovamento – Quando l’abbiamo trovata nell’incubatrice riscaldata, era ben avvolta in due asciugamani e una copertina. Aveva il cordone ombelicale ben trattato e solo la glicemia un po’ bassa, ma le abbiamo dato del latte e si è rialzata. Certo, dobbiamo fare tutti gli accertamenti per avere un quadro approfondito e completo.”

 

A compiere il dono, la mamma, “che sicuramente sarà stata molto in crisi, ma ha curato e nutrito bene la piccola – continua Parola, sottolineando che “il lasciare la neonata nella culla per la vita ha evitato esiti peggiori: è stato un gesto di grande maturità da parte della mamma che ha scelto per la vita, ci rasserena“.

Ennesima vicenda questa che fa emergere ancora di più l’impellenza di diffondere a livello capillare su tutto il territorio nazionale la Culla per la vita, l’unica vera alternativa al parto in anonimato in ospedale.

Ai.Bi., Amici dei Bambini, ha inaugurato la sua lo scorso 1 dicembre 2015 a Pedriano (Melegnano, Milano) in via dei Pioppi, facilmente raggiungibile dalla rete di autostrade lombarde, e va a potenziare un’offerta ancora a macchia di leopardo in Lombardia. La culla di Ai.Bi è l’unica nel territorio, nel sud della città di Milano. Nella struttura dove è ospitata la culla sono presenti costantemente operatori specializzati nella presa in carico del neonato, nel rispetto dell’anonimato della mamma o di chi lascerà il bambino nella culletta.

In Italia sono circa 50 le culle, compresa quella di Ai.Bi e un elenco si trova sul sito del Movimento per la vita (http://www.mpv.org/) . La prima ad essere aperta (secondo la lista del MPV) è quella di AOSTA nel 1993. Le culle sono presenti in 13 regioni italiane in testa la Lombardia e segue il Veneto con 7

Ed è proprio questo ciò che condiziona la scelta di una mamma: quella di non abortire dando la possibilità al figlio di avere una chance di vita, la culla termica dove viene preso in cura da operatori specializzati. In totale anonimato per la madre. Per una madre che non può o non vuole tenere con sé il proprio figlio, sapere di poter essere rintracciata costituirebbe un forte incentivo a soluzioni ancora più drammatiche, come l’aborto o l’infanticidio. Soluzioni che toglierebbero la vita al bambino, anziché aprirgli la possibilità di rinascere, come figlio adottivo.