Accoglienza profughi: il Viminale chiede aiuto alle prefetture. Le risposte dal Veneto

accoglienza profughiIl Ministero dell’Interno chiede aiuto alle prefetture per sistemare i migranti giunti sulle coste italiane. Dall’inizio dell’anno sono già 1.050 i profughi sbarcati a Lampedusa e i centri di prima accoglienza del sud e centro Italia sono al collasso. Constatata l’emergenza, il Viminale ha inviato alle prefetture una circolare chiedendo di segnalare altri poli ai quali indirizzare i nuovi arrivati. A partire dal’iniziativa ministeriale, i Comuni e le Province sono state invitate a sondare la propria disponibilità di strutture per il triennio 2014-2016 al fine di ampliare la capacità ricettiva di oltre 21mila posti destinati a cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale.

Tra le regioni a cui è stato chiesto un maggiore contributo all’accoglienza dei migranti c’è il Veneto.  Due per ora le risposte pervenute: il sì della prefettura di Verona e il no di diversi sindaci del Veneziano.

“Abbiamo già comunicato a Roma la disponibilità di 30 posti – dice il prefetto della città scaligera Perla Stancari. Gli stranieri in arrivo saranno distribuiti a piccoli gruppi in vari Comuni della provincia, come sempre, in modo da non provocare un impatto importante su un unico territorio”.Probabilmente saranno smistati in provincia, perché il capoluogo ha ancora in carico 50 profughi libici e non ha spazi fisici per ospitare altri migranti, fermo restando che, a detta del sindaco di Verona Flavio Tosi, non vi è alcuna “contrarietà ad aiutare persone bisognose, socialmente non pericolose e con il sostegno economico statale”.

Più fredda la reazione dell’Associazione nazionale comuni italiani, il cui presidente veneto Giorgio Dal Negro ricorda che “nel 2011 diversi Comuni ebbero in ritardo il rimborso dal governo, alcuni lo ottennero parzialmente, altri per niente”. Sulla stessa linea anche il governatore veneto Luca Zaia: “Non si possono sempre scaricare le responsabilità sui Comuni: così non si aiuta chi soffre e si danneggiano ancora di più le amministrazioni locali”.

Ancora in sospeso invece le risposte di Padova e Vicenza. Il prefetto padovano Francesca Iacontini si riserva di verificare l’eventuale disponibilità di posti, dopo la dismissione dei poli impiegati in seguito all’emergenza profughi del 2011.  “Non si possono organizzare ricoveri dalla sera alla mattina – ha detto la Iacontini –, bisogna organizzarsi per tempo”. Dello stesso parere anche il suo collega vicentino Eugenio Soldà che afferma: “Oggi non c’è nulla di pronto, non saremmo in grado di offrire nemmeno 10 posti, stiamo vagliando le modalità più congrue per affrontare un’eventuale richiesta”.

 

Fonte: Corriere della Sera