adolescenti: 100mila in Italia gli Hikikomori

Adolescenti. Sono 100mila i giovani ‘Hikikomori’: Ai.Bi. li incontra grazie a ‘Beniamino’

Il nuovo Centro Servizi alla Famiglia di Amici dei Bambini ha da poco aperto un servizio dedicato specificamente per famiglie e adolescenti che, come indica il termine giapponese, tendono a ‘stare in disparte’, chiudendosi in camera da letto e tagliando i ponti con il mondo esterno

In Italia, attualmente, si contano circa 100mila casi di questo tipo. Per questo, Marco Crepaldi ha fondato Hikikomori Italia Genitori, ente attivo come Ai.Bi. per cercare di aiutare ragazzi e adulti con queste difficoltà a intraprendere un percorso di guarigione

adolescenti: 100mila in Italia gli HikikomoriSarebbero circa 100mila, ma non se ne hanno (o quasi) notizie sui telegiornali, notiziari o periodici d’informazione: parliamo dei casi di adolescenti ‘Hikikomori’ registrati dall’associazione Hikikomori Italia Genitori, fondata da Marco Crepaldi. Proprio quest’ultimo, dai microfoni di Radio24ha provato a gettare una luce su questi ragazzi, afflitti da una situazione difficile e che, a seguito magari di qualche problema particolare, iniziano a rifugiarsi con troppa continuità in camera da letto, finendo con il tagliare del tutto i ponti con il mondo esterno e chiudendosi alle relazioni con pari e persino con i genitori. ‘Hikikomori’, d’altra parte, è un termine giapponese che significa appunto ‘stare in disparte’: in Giappone, i numeri sono già di qualche milione di casi.

Analogamente a questo ente, anche Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini, attraverso la propria cooperativa sociale AIBC, presso il nuovo Centro Servizi alla Famiglia ‘Beniamino’ di Pedriano di San Giuliano Milanese, incontra famiglie e adolescenti afflitti da tali problemi potranno trovare sostegno e, soprattutto, il contributo di esperti per affrontare e risolvere la situazione.

Ed è di solito la paura degli altri, delle discriminazioni che potrebbero subire, degli sfottò fastidiosi che porta questi ragazzi a rinunciare anche ad andare a scuola. “La pressione di doversi uniformare a uno standard sociale” è l’interruttore di una primissima fase di questa patologia, che può prolungarsi anche per anni, come spiegato a Radio24 da Crepaldi, che ha voluto sottolineare anche “il panico con il quale i genitori arrivano fino all’associazione per chiedere aiuto. Un’ansia che proiettata sul figlio si traduce in pressione, che non fa altro che spingerlo ad isolarsi anche dal contesto familiare: si arriva a rovinare il rapporto con i genitori, in particolare con i padri che prendono posizione in modo troppo ‘forte’”.

Per aiutare le famiglie ad ‘allentare’ queste pressioni, è disponibile l’équipe di specialisti del Centro ‘Beniamino’, che hanno maturato un’esperienza decennale nella gestione di ragazzi difficili e possono aiutare tutti i componenti della famiglia a superare in modo efficace questa modalità estrema di comportamento dei figli. Ma la proposta è aperta anche alle scuole e a quelle realtà educative interessate a prevenire il fenomeno: in un colloquio conoscitivo con il responsabile del servizio verrà identificato il percorso pisco-pedagogico adatto alle esigenze dell’adolescente e della sua famiglia e individuato il professionista esperto responsabile della conduzione del percorso. Verranno quindi illustrati la durata ipotizzata e il preventivo di costo. Il servizio è svolto a sportello o domiciliarmente, a seconda delle necessità.

Per maggiori dettagli è possibile scrivere all’e-mail info@coopaibc.it, oppure chiamare il numero 340.0088431. Info anche sul sito web www.coopaibc.it.