Adottare in Cina: «Una famiglia a tre sa ancora di poco; meglio essere in quattro»

famiglia paggi 350Franco & Franca. Già dai nomi si capisce che i coniugi Paggi sono quel genere di coppie che viaggiano all’unisono. Quarantacinque anni lui, quarantatré anni lei, dopo qualche anno di matrimonio, nel 2007, hanno deciso di adottare un bambino. Il caso ha voluto che fosse nato in Cina. Siccome una famiglia a tre sapeva ancora di poco, da poche settimane in casa Paggi è arrivato  il secondo bimbo, Shun Li. Sempre dalla Cina, questa volta per ‘continuare il solco già tracciato’.

Per i signori Paggi l’adozione non è mai stata una vetrina dove poter ‘scegliere’ il figlio ideale. Mamma Franca spiega: «Non ci sembrava giusto che si potesse scegliere un bimbo perfetto: quando si mette al mondo un figlio biologico in fondo non sai mai come sarà». Ci tiene a sottolineare un aspetto: «Già nel decreto d’idoneità era scritta la nostra disponibilità ad accogliere un bimbo con patologie reversibili in Italia».

La prima adozione è stata un’avventura indimenticabile. Racconta Franca: «Non lo potrò mai dimenticare. Il 15 maggio del 2009 era stato organizzato un incontro tecnico con l’associazione. Ero certa che prima di quella data sarebbe arrivato anche l’abbinamento. Continuavo a ripetere queste sensazioni a mio marito, che a pochi giorni dalla scadenza mi confidò: «Avevi illuso anche me, con i tuoi pensieri. Basta non pensiamoci più, arriverà quando arriverà». E invece le sensazioni di Franca erano giuste. Il giorno prima dell’incontro arriva la famigerata telefonata. Il resto è un correre veloce verso la felicità. Che per lei è una famiglia con figli: «Due sposi senza figli per me non sono famiglia, sono una coppia di conviventi!»

A settembre 2009 è arrivato Jia Mian, che all’epoca aveva due anni. Chiunque abbia amici con pargoli al seguito, sa che i discorsi dei neogenitori sono per i primi anni ‘fantasticamente monotematici’. Il primo dentino, la prima parola, la prima cacca nel vasino… ogni conquista dei piccoli di casa è un evento da condividere. Dopo cinque anni dall’ arrivo in Italia di Jia Mian, raccontare la famiglia Paggi è assai facile. Franco & Franca sono il ritratto di due genitori innamorati persi dei loro figli.

Proprio non ce la fa Franca a non esternare il suo orgoglio di mamma. Se deve descrivere il ‘primogenito’, racconta che a sette anni il bambino è già un leader tra i suoi compagni. Le maestre infatti hanno scritto sulla pagella che l’allievo Jia Mian è “elemento trainante per tutta la classe”.

Quanto al piccolo, basta vederlo ‘in azione’. E’ incredibile come a poche settimane dal suo arrivo in Italia, Shun Li si senta a proprio agio anche in ambienti sconosciuti, purché la mamma resti nel suo campo visivo. Quando non la vede è tutto un “Mamma, mamma!”. Lei sorride, lo rassicura e lui riprende a giocare. Se non fosse per gli occhi a mandorla, si direbbe che sono madre e figlio da sempre.

bimbo paggi  350 bisDi Shun Li mamma Franca commenta divertita: «Nella sua scheda sanitaria non hanno inserito l’unica vera patologia: la fame da lupo. Sembra non saziarsi mai!». Quanto alla ragione per la quale il piccolo è stato inserito nel ‘canale verde’, ovvero nella lista dedicata ai bambini con ‘bisogni speciali’, spiega:“ Quando ci hanno presentato il caso, abbiamo accettato subito. Vede, non sapevamo nulla di lui, ma qualunque condizione patologica avesse avuto, l’avremmo accolto”. Perché? E Franca obietta sicura: «Perché è solo un bambino».