“Adottiamo, e ci ritroviamo di ‘serie B'”. Ingiustizia che deve (e ora può) finire. L’autogol assurdo del governo Renzi

famiglieCome se non bastassero “le difficoltà croniche dei figli adottivi”, dalla “sindrome da abbandono” alla “mancanza di radici”, le famiglie italiane che decidono di accogliere un minore in adozione, negli ultimi anni, si sono sentite anche completamente abbandonate dalle istituzioni dello Stato che dovrebbero invece incoraggiarle e sostenerle. Un papà adottivo descrive la sua situazione in una lettera al quotidiano “Avvenire”. Gli risponde il giornalista Luciano Moia, che più volte si è occupato di questo tema, sottolineando che “nulla di quanto è successo può avere giustificazione” e ricordando che “il governo, affidando nel giugno scorso al ministro Boschi l’incarico di rimettere ordine nella Commissione adozioni internazionali, mostra di voler correre ai ripari… Ma sinora tutto tace”. Di seguito riportiamo integralmente sia la lettera che la risposta. 

 

Gentile direttore,

la prego di accettare questa lettera come lo sfogo di un genitore adottivo che vede trattata la propria famiglia come fosse di “serie B”. Io mi chiedo come sia possibile che il tema delle famiglie adottive, un tema così grande e importante, possa essere sottovalutato e maltrattato da uno Stato che dovrebbe fare di tutto per tutelare i nostri bambini che così tanto hanno già dovuto soffrire. Non riunire la Commissione adozioni internazionali è un fatto gravissimo, non aiutare le famiglie quando le risorse economiche sono già state stanziate (il ministro parla di 20 milioni già disponibili) è semplicemente pazzesco! Nel nostro percorso genitoriale (per quanto magnifico) abbiamo sofferto tanto emotivamente e tanto ci spendiamo in termini di tempo e risorse psicologiche per far sì che i nostri cuccioli possano superare i loro traumi e diventare degli adulti sereni, futuri madri e padri felici, mentre sembra che ai nostri governanti nulla importi di tutto ciò. Il governatore della Lombardia Maroni quando ci esclude dai bonus bebè, dicendo che si tratta di una misura a favore della natalità, dimentica come nostra figlia sia nata due volte e per ri-nascere con noi ha avuto una gestazione durata anni, che non ha fatto crescere una pancia, ma ha gonfiato due cuori tanto da farli scoppiare d’amore! Anche la scuola è un problema per l’assoluta mancanza di preparazione dei docenti per quanto riguarda la specificità dei bimbi e di riflesso la società che continua a vedere mia figlia “diversa” è un problema con l’odio razziale seminato a man bassa…

Da parte nostra cercheremo di essere genitori con le spalle larghe; continueremo a coltivare il micro tessuto sociale che rende Soloeme una bimba come tante, cercando di darle i mezzi per sopportare tutte le difficoltà che la società le butterà addosso (per fortuna era piccola quando al supermercato una coppia che ci guardava disse: “Non bastano quelli che arrivano a Lampedusa”), che farà di tutto per farla sentire di serie B, mentre lei sta già combattendo la sua personale lotta per superare le difficoltà croniche dei figli adottivi: sindrome da abbandono, mancanza di radici e tanto altro ancora.

Alessandro Monti

 

La trascuratezza, la superficialità e l’indifferenza mostrata da tanta parte delle istituzioni in questi ultimi due anni nei confronti dei genitori adottivi rappresentano senza dubbio un autogol assurdo. Il direttore mi affida la risposta, caro signor Monti, perché su tutto ciò – assieme ad altri bravi colleghi di “Avvenire” – ho cercato di fare attenta ed efficace informazione. Un Paese già afflitto da una gravissima denatalità che non si preoccupa di sostenere persone coraggiose, disposte a investire ingenti risorse, affettive ed economiche, per donare una famiglia a un minore che ne è privo – regalando in questo modo anche nuovo futuro alla società – dimostra infatti non solo insensibilità umana, ma anche miopia politica. E su questa brutta china non si può e non si deve continuare. Se lei ci segue abitualmente, caro amico, avrà visto come non ci siamo risparmiati nell’evidenziare tutte le assenze e tutti i ritardi – alcuni davvero inspiegabili – di chi avrebbe dovuto preoccuparsi di rendere la vita meno difficile a voi, genitori adottivi, e ai vostri figli. Nulla di quanto è successo, e che lei sintetizza molto efficacemente, può avere giustificazione. Il governo, affidando nel giugno scorso al ministro Maria Elena  Boschi l’incarico di rimettere ordine nella Commissione adozioni internazionali, sembra aver compreso la situazione e mostra di voler correre ai ripari. Speriamo che non si faccia passare altro tempo inutilmente. Il 20 luglio scorso la nuova responsabile aveva annunciato che a settembre la Commissione  sarebbe stata convocata, dopo due anni di vuoto. Sinora tutto tace. Qualcuno già sussurra di uno slittamento a ottobre perché i nodi da sciogliere all’interno dell’organismo, dopo tanto immobilismo, sarebbero tutt’altro che semplici. Non sappiamo cosa succederà, possiamo solo auspicare che beghe personali e giochi di potere non si ripercuotano ancora sulle famiglie adottive, già provate da attese, sofferenze e costi, come detto, molto impegnativi. Noi, insieme alle associazioni da anni impegnate sul tema, continueremo a vigilare e segnalare inadempienze, ridarti e ingiustizie.

Luciano Moia