adozione, il commento di Greta, figlia adottiva, alla sentenza della Cassazione sul caso di Torino

Adozione. “Mio fratello non sa che esisto, perchè sconvolgergli la vita?”. Commento alla sentenza della Cassazione sul caso di Torino

La Suprema Corte di Cassazione ‘apre’ alla possibilità che anche nella ricerca di fratelli o sorelle dati in adozione sia possibile – in caso di ‘sì’ di questi ultimi – andare a riaprire pagine di un passato sofferto e sofferente, per dare una risposta a un interrogativo

La replica a questa sentenza, legata al caso di due fratelli entrambi adottati, ma da famiglie differenti, ed emessa dopo il ‘no’ alla richiesta di questa possibilità data a uno dei due dalla Corte di Appello di Torino, arriva direttamente dalla ‘penna’ di Greta, una figlia adottiva

adozione, il commento di Greta, figlia adottiva, alla sentenza della Cassazione sul caso di TorinoDopo la vicenda legata alla mamma biologica e all’adozione dei suoi figli, la Corte di Cassazione ha voluto decidere attraverso una delle sue sentenze, che ‘fanno giurisprudenza’, ovvero vanno a incidere potenzialmente su tutti i casi analoghi a quello per cui si è espressa, anche sulla possibilità di presentarsi e ricostruire la vicenda di abbandono tra fratelli, facendo nel contempo scoprire a uno o più di essi nati dalla stessa madre, che ha scelto di affidarli in adozione, sia l’esistenza di altri consanguinei che – magari – dettagli ulteriori della sofferta vicenda che ha portato alla loro adozione.
Ma se una persona non è a conoscenza dell’esistenza di un fratello, perchè quest’ultimo dovrebbe ‘sconvolgergli’ la vita? E’ sufficiente chiedere l’ok a un fratello o sorella per sentirsi autorizzati a rivelare tutto ciò che è successo? Potrebbe essere davvero poco simpatico, quando non traumatico. Tanto più che non basta il legame di sangue per fare di una persona un ‘fratello’ o una ‘sorella’. A spiegarlo come meglio non si potrebbe sulle colonne di AiBiNews è Greta, una figlia adottiva.
La Corte di Cassazione sembra essere diventata esperta di ‘ricerca delle origini’ dei figli adottivi
Infatti, dopo aver aperto alla possibilità di cercare la propria madre biologica anche se nati da parto in anonimato, adesso ha sentenziato che anche i fratelli/sorelle biologiche si possono reincontrare. 
La modalità è sempre la stessa, cioè l’interpello da parte di uno, attendendo fiduciosamente che l’altro acconsenta.  
Il problema è che in tutto questo non viene minimamente presa in considerazione che, magari, l’altro non ha voglia di sapere o incontrare il proprio fratello/sorella. Come sempre i sentimenti e comunque la rivoluzione interna che ciò comporta non vengono mai valutati solo perché è giusto che il legame biologico venga salvaguardato. 
E sta proprio qui il punto… quel maledetto ‘legame biologico’ o, peggio, ‘legame di sangue’ che ogni volta viene usato come se per essere fratello/sorella bastasse quello
Questo è ridicolo: io sono sorella se vivo insieme all’altro, non perché il nostro sangue è uguale… sono sorella se condivido con l’altro la nostra storia… sono sorella se ogni volta che mi sveglio al mattino posso incontrare il suo sorriso… sono sorella quando tendo la mano se ha bisogno… sono sorella quando gioisco dei suoi successi. Questo è essere sorella!! 
Il legame di sangue…biologico e quant’altro sono solo scuse…
Io sono stata adottata e so che da qualche parte c’è un fratello che è stato anche lui dato in adozione e che starà vivendo la sua vita bella o brutta che sia e dal nulla dovrei fare un interpello, perché ho deciso che lo voglio incontrare e stravolgere la sua vita. 
Oppure la immagino al contrario. Domani mattina ricevo una telefonata dal Tribunale dei Minori di Milano che mi dice che c’è mio fratello che ha fatto interpello e che devo dire cosa voglio fare.
Beh… mi dispiace per lui ma io non ho bisogno di incontrarlo, perché: di cosa potremmo parlare? Cosa abbiamo in comune? Il sangue? Ma quello non basta!! Cosa ne sa lui di cosa mi piace o no? Di come la penso sulle questioni importanti della vita? 
Dispiace perché so che il mio no lo ferirà profondamente, perché se mi ha cercato è perché non si sente completo, gli manca un pezzo e questo accade quando non hai vissuto appieno la tua adozione. 
Non sento il bisogno di cercare mio fratello o mia madre… quelli ci sono già… mi basta alzare il telefono per sentirli… mandare un whatsapp buffo quando sono giù di morale… andarli a trovare se mi mancano. 
Non mi importa se non sono stata nella pancia di mia mamma, perché so che sono stata nel suo cuore per molto più tempo di quanto i miei figli sono stati nella mia pancia. O se il mio sangue è diverso da quello di mio fratello, perché quella differenza ci ha reso unici.