Adozione e servizi sociali: “Per sei mesi non chiamate più: c’è troppa lista d’attesa e non abbiamo personale!”

Burocrazia e disservizi rischiano tante volte di scoraggiare le coppie, specie se viene sbattuto loro in faccia un generico “vi faremo sapere”, come se non si stesse parlando di attendere e desiderare un figlio. Ma non bisogna mai demordere

Troppo spesso, ai nostri incontri con le coppie adottive, ascoltiamo racconti di chi si lamenta per i disservizi durante il percorso dell’adozione.
Recentemente, una coppia ha riportato con preoccupazione la conversazione avuta con i servizi sociali in merito all’inizio del loro percorso: dopo aver ricevuto qualche informazione, l’operatore ha assicurato loro che, per via dal poco personale e della lunga lista d’attesa, non li avrebbero più richiamati per almeno sei mesi. Per poi aggiungere che, per questo, sarebbe stato inutile che avessero richiamato loro, ma che sarebbero stati ricontattati dai servizi stessi.

Tempi lunghi dettati da burocrazia e disservizi

Il racconto si riferisce a una situazione ben precisa (che non diremo per evitare ripercussioni sulla coppia, cosa che, comunque, non dovrebbe succedere da parte di professionisti) e non può certo essere generalizzato, va detto, però che non è la prima volta che si sentono racconti di questo tipo, nonostante la legge indichi tempi ben precisi per l’iter adottivo.

Ai.Bi. è già intervenuta più volte, nel corso degli anni, su questo argomento. Se infatti la legge 476 del 1998 agendo con alcune modifiche sulla legge 184 del 4 maggio 1983, in tema di adozione di minori stranieri, ha stabilito l’introduzione di tempi sostanzialmente fissi (circa 6/7 mesi) per l’ottenimento del decreto di idoneità da parte delle coppie (articoli 29 bis e 30 della legge 184/1983), la realtà dei fatti, a volte, risulta ben diversa a causa di lungaggini burocratiche e disservizi che gli aspiranti genitori adottivi incontrano nel loro cammino verso l’adozione.

È una situazione che rattrista e fa rabbia, specie per i genitori che attendono nell’incertezza i tempi dettati da burocrazia. Eppure, non bisogna perdere la speranza. Bisogna perseverare nella convinzione che c’è un bambino abbandonato che aspetta proprio “quei” genitori, e per il quale vale la pena lottare e non mollare.

Il nostro consiglio è quello di non arrendervi e di segnalare anche ad Ai.Bi., scrivendo alla mail ufficiostampa@aibi.it, eventuali lungaggini burocratiche e disservizi di cui una coppia sia ingiustamente vittima. Ai.Bi. si farà parte attiva, dando voce a “ciò che non va”, combattendo al vostro fianco, per il rispetto delle leggi e dei bambini abbandonati che nel mondo attendono una famiglia, al più presto.