Adozione in classe: ma senza finanziamenti, a che servono le Linee guida?

Ho letto l’articolo sulla mancanza della firma relativa alle Linee guida sull’inserimento scolastico dei minori adottati. Riguardo l’ argomento ho parlato, già l’anno scorso, con la vicepreside della scuola di mia figlia, la quale mi ha detto quello che c’ era da aspettarsi: linee guida o non linee guida, se il ministero non stanzia i soldi per il progetti, anche per questa circolare, non si può fare niente.

Valentina

 

MACCHINA DA SCRIVEREGentile Valentina,

non è proprio vero quello che afferma la vicepreside della scuola dio sua figlia. Le Linee guida, fortemente volute dal Coordinamento Care, affrontano a 360 gradi l’adozione e le sue connessioni con la scuola. Per fortuna migliorare l’accoglienza degli alunni adottati non è solo questione di budget. Questo documento ha l’obiettivo di uniformare a livello nazionale quanto di buono le scuole già fanno, fornendo a docenti, dirigenti scolastici e genitori tutti gli strumenti utili per la piena accoglienza di alunni portatori di questa particolarità. Nella volontà di chi ha pensato ed elaborato il documento non c’è infatti l’idea di creare una ‘categoria’ a sé per gli alunni che sono figli adottivi, quanto rispondere alle esigenze di particolarità che inevitabilmente emergono e che possono condizionare tutta la vita formativa di un bambino o un ragazzo. Le Linee guida non affrontano solo i casi di adozioni internazionali, ma anche aspetti e problemi dell’adozione nazionale. A cominciare da quello della privacy. Un esempio: con quale cognome va iscritto a scuola un minore adottato con rischio giuridico? E via di questo passo. Per quanto riguarda l’adozione internazionale, ad esempio, viene trattato il problema spinoso della’ età presunta’ dei bambini adottati che spesso diventa un rompicapo per i dirigenti scolastici che devono inserirli in una classe piuttosto che in un’altra. Ancora. Tra le proposte a ‘costo zero’ il suggerimento è di individuare in ogni scuola un docente di riferimento, che possa fornire ai colleghi e alle famiglie tutte le indicazioni necessarie. Così come viene consigliato di garantire un raccordo tra la scuola materna ( dove se necessario i bambini possono permanere un anno in più dei coetanei) e la scuola primaria; tra questa e la secondaria di primo grado. Poi è chiaro che se il Ministero stanzierà fondi specifici, si potranno organizzare corsi di formazione per il personale docente, ma molto può essere fatto semplicemente mettendo a ‘regime’ l’esperienza di tante scuole, che da Cremona a Messina, si sono dimostrate virtuose.

La Redazione di Aibinews