Adozione Internazionale ai tempi del covid. Neanche la pandemia può fermare l’amore di una mamma e di un papà!

“Quando ha saputo che il giudice aveva detto di si mi ha detto: ‘mamma mi stanno tremando le gambe!”

È proprio vero che l’adozione ti cambia la vita.

Lo percepisco ogni volta che al telefono intervisto una coppia che questo percorso meraviglioso e difficile ha avuto il coraggio di intraprenderlo.

Lo senti dalle emozioni che esprimono, dalle sfumature della loro voce. È stato così anche con Fabiana e Franco, genitori di Adrian, 13 anni e mezzo.

Adottare ti cambia – racconta Fabiana – Noi siamo quelli che siamo oggi perché c’è Adrian con noi.  L’altro giorno dicevo proprio a mio marito che mi sono già dimenticata di tutto quello che abbiamo passato… e ne abbiamo passate tante. L’importante è essere convinti e motivati su quello che si fa!”.

Ma andiamo con ordine.

La storia d’amore che ha condotto Adrian, Fabiana e Franco a diventare una famiglia parte da lontano.

Amore a prima vista

Tutto ha inizio a dicembre 2015, quando la coppia decise di accogliere un bimbo, proveniente dalla Moldova per un soggiorno terapeutico in Italia, durante le festività natalizie.

Fu subito amore a prima vista, dal loro primo incontro in aeroporto: “È arrivato con un gruppo di 30 bambiniStava lì con questa valigia che era più alta di lui, si guardava in giro spaesato con una faccia che sembrava dire ‘ci sarà qualcuno per me?’… Mi sono avvicinata e mi sono messa in ginocchio quasi alla sua altezza, perché quando abbiamo visto per la prima volta Adrian era veramente piccolo – spiega teneramente Fabiana, ricordando nitidamente quel primo momento – aveva 9 anni, ma pesava 19 chili, era magrissimo, minuto, bassino. Ora è 1 metro e 73 e pesa 52 kg e mezzo – sorride– Gli avevamo portato un regalo, un pupazzetto di  Iron man incartato e lui l’ha preso subito. Si è affidato immediatamente a noi, era sereno, si è addormentato.  A casa gli abbiamo fatto trovare dei palloncini, una torta e un altro gioco per festeggiare il suo compleanno che era appena trascorso. Solo in seguito ci ha raccontato che aveva tanta paura arrivato in Italia. Non sapeva da chi e dove sarebbe andato. Poi quando ha trovato una cameretta sistemata, una situazione tranquilla, si è rilassato”.

“Posso rimanere qui con voi?”

Tra Adrian, Fabiana e Franco il legame fu subito forte e meraviglioso.

Adrian già dopo pochi giorni aveva deciso: quella sarebbe stata la sua famiglia e con tutta la forza e la spontaneità che solo i bambini possono avere si è fatto ben capire da Fabiana. “Gli stavo facendo il bagnetto nella vasca – ricorda con emozione –  e lui mi ha detto ‘mamma’... Io sono morta! – sorride –  poi ha continuato ‘io voglio dire a papà…papà – e la sera cena, quando Franco è tornato dal lavoro così ha fatto! – Ci siamo sciolti!”.

Purtroppo  dopo un mese assieme, il soggiorno in Italia per Adrian era giunto al termine, il bimbo doveva tornare in Moldova, in istituto. La tristezza era nell’aria palpabile da parte di tutti: “Al momento  della partenza, la sera prima di prendere l’aereo, gli abbiamo preparato la sua valigia nella cameretta con tutte le cose che aveva voglia di portarsi via dall’Italia – ricorda Fabiana – ad un certo punto, mentre noi eravamo a letto, Adrian si è affacciato in camera nostra e ci ha detto, ‘no valigia, no Moldova’, non voleva tornare lì”.

Una frase che non poteva non far stringere il cuore. Chi poteva immaginare quanto amore potesse sbocciare per quel piccolino in così poco tempo. Adrian, Fabiana e Franco si sentivano già una famiglia. Così nella coppia iniziò ad aprirsi una finestra sull’idea di provare ad essere una mamma ed un papà per quel piccolino.

Certo, una delle condizioni necessarie affinché possa andare in porto l’adozione è che il minore ospitato nei viaggi terapeutici sia adottabile e purtroppo non tutti i bambini lo sono, ma per Adrian c’era speranza.

Un fiore per la festa della mamma

Quel  soggiorno di Natale fu solo il primo di tanti viaggi di Adrian verso l’Italia e di Franco e Fabiana per la Moldova. A febbraio 2016, trascorso neanche un mese dalla ripartenza del bimbo, la coppia decise infatti di raggiungerlo e anche in quell’occasione le emozioni non si sono fatte di certo attendere: “Adrian mi ha fatto trovare un fiore di cartapesta fatto da lui- spiega Fabiana–  l’8 marzo lì, si festeggia la festa della mamma e lui insieme alla maestra aveva realizzato questo fiore e le aveva detto ‘ lo voglio dare alla mamma italiana’ e anche lì ci siamo sciolti di nuovo- racconta – È arrivato con questo fiore dietro le braccia, timido, timido, perché lui era un bambino molto riservato, non ti guardava neanche in faccia all’inizio, non parlava, diceva solo si, che non gli serviva mai nulla”.

A giugno 2016 la decisione: Adrian sarebbe diventato loro figlio. In realtà nel loro cuore il bimbo già lo era. Occorreva  però intraprendere la strada dell’adozione per tentare di portarlo a casa!

Un’ adozione internazionale per Adrian

Un percorso lungo e faticoso, ma meraviglioso perché la ricompensa al termine del viaggio è la gioia immensa di essere famiglia e il sorriso luminoso di loro figlio.  Così a maggio del 2017 la coppia ottenne l’idoneità per l’adozione internazionale, ad agosto 2017 decise di conferire  mandato ad Ai.Bi. e a luglio 2019 riuscì ad ottenere l’abbinamento con il bambino, ma qui il percorso  iniziò a farsi più tortuoso. “Abbiamo avuto diversi problemi ad avere le autorizzazioni per poter partire ed incontrare Adrian – spiega la coppia –  Saremmo potuti partire a settembre per il primo viaggio di 30 giorni per la conoscenza e l’affiatamento e invece siamo riusciti ad andare solo il 30 di novembre 2019. Alla fine dopo vari colloqui di Adrian con gli psicologi e varie lettere anche di Ai.Bi. all’autorità tutelare siamo stati autorizzati a partire”.

Il 5 marzo, proprio all’inizio dell’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus, in Moldova venne fissata la prima udienza per l’adozione, a cui ne seguirono molte altre, a causa della mancanza di alcuni documenti riguardanti la destituzione della patria potestà alla famiglia biologica che il pubblico ministero riteneva importante fossero prodotti per accertare bene la situazione. Il 12 giugno si svolse l’ultima udienza e finalmente Il 13 agosto 2020 Adrian, fu riconosciuto, anche per la legge,  figlio di Fabiana e Franco.

Non gli abbiamo subito spiegato  che stavamo facendo questo iter per adottarlo perché non avevamo la certezza che  andasse a buon termine – racconta Fabiana – Abbiamo continuato il rapporto con lui comportandoci sempre come mamma e papà.  Supportandolo in tutte le sue necessità, nelle sue richieste, nei suoi sbalzi di umore.  A volte piangeva al telefono e per noi era davvero difficile, perché eravamo impossibilitati a fare qualsiasi cosa. Ci diceva ‘quando venite, venite qui!’. Ma noi non riuscivamo ad andare più di 2/3 volte l’anno e lui lo stesso qui da noi. Ha preso coscienza che questo iter si stava concludendo, quando gli abbiamo detto veniamo su per fare il mese di affiatamento, perché potrai venire per sempre a stare a casa con noi in Italia”.

“Quando ha saputo che il giudice aveva detto di si Adrian mi ha detto: ‘mamma mi stanno tremando le gambe!”.

Finalmente il suo desiderio più grande di tutti questi anni si stava realizzando ma Adrian lo aveva sempre saputo, fin da quel primo incontro. Quelli erano la sua mamma e il suo papà ed ora più nessuno avrebbe potuto dividerli. Quella sarebbe stata la sua famiglia per sempre.

Maria Cristina Sabatini