Adozione internazionale. Boschi: “Dopo la pausa estiva, la priorità è convocare la Cai” . A metà settembre tutto sembra ancora fermo al palo. Come l’istituzione della Banca dati… una chimera

boschi-dellamonicaAbbiamo intenzione di convocare nuovamente la Cai, che non è stata convocata negli ultimi due anni, a settembre per riavviare un rapporto periodico con gli enti autorizzati”. Era stata chiara e diretta nel suo annuncio il ministro Maria Elena Boschi, presidente della Commissione per le Adozioni Internazionali, nel corso dell’audizione in commissione Giustizia alla Camera lo scorso 21 luglio, avvenuta esattamente un mese dopo la sua nomina da parte del premier Matteo Renzi alla guida dell’autorità centrale italiana.

La mia prima iniziativa, una volta diventata, presidente è individuare i membri della Commissione – aveva ribadito la Boschi – perché nel corso del tempo alcuni componenti sono decaduti o si sono dimessi: mi auguro già dopo la pausa estiva di essere in grado di convocare la Cai”.

Annunci accolti e salutati con grande entusiasmo e giubilo da parte delle famiglie abbandonate per anni dalla precedente gestione Cai/Della Monica; delle associazioni familiari  relegate in un angolino e degli Enti autorizzati che da oltre 2 anni non ricevono alcuna notizia ne’ segnale di lavoro, non hanno notizia di nuovi accordi bilaterali con i Paesi. Insomma tutto sembra ancora impantanato, fermo al palo. Tutto sembra assolutamente come prima.

L’estate è, infatti, trascorsa, settembre è già nel pieno ma alle belle parole e propositi della Boschi non sembra ancora seguire nulla di concreto.

 La Commissione continua, infatti, a non essere convocata, gli uffici di Villa Ruffo sono vuoti, sulle scrivanie non ci sono documenti o fascicoli che fanno pensare a un seppur minimo lavoro per fare rinascere le adozioni. Insomma scatta una domanda “Quelle delle Boschi erano solo belle parole?”. 

Stesso empasse riguarda la banca dati su cui il Guardasigilli Andrea Orlando, nel corso della sua audizione alla commissione Giustizia della Camera, nell’ambito dell’indagine conoscitiva in vista della riforma della legge sulle adozioni, aveva sottolineato che a settembre ci sarebbe stato “il suo pieno funzionamento”.  “Essendo  condizionato dal completamento dell’informatizzazione dei Tribunali per i Minorenni – aveva precisato- e dato che questo traguardo è stato raggiunto almeno per 25 dei 29 Tribunalie che il processo di informatizzazione sarà completato entro settembre”. Ma anche qui non sembrano esserci ancora notizie ufficiali in merito.

L’idea di una banca dati risale al 28 marzo 2001 quando, con l’articolo 40 della legge 149, presso il ministero della Giustizia, si decise di istituire una Banca per la registrazione, da un lato, di nomi e profili dei minori adottabili e, dall’altro, quelli delle coppie disponibili all’adozione. Lo scopo era chiaro: agevolare la ricerca dei genitori più adatti all’adozione di ogni singolo bambino, comparando disponibilità e caratteristiche delle coppie con quelle dei minori e facilitando la comunicazione e lo scambio di informazioni tra i Tribunali italiani. Ma tutto per il momento rimane un fantasma. O meglio una chimera.