adozione internazionale, ecco gli esiti della missione dell'Autorità Francese dell'Adozione in Bulgaria

Adozione internazionale. Bulgaria, tutte le novità dopo la missione nel Paese dell’Agenzia Francese dell’Adozione (AFA)

Tra i punti discussi con il Ministero della Giustizia, Autorità Centrale per l’adozione in Bulgaria, la qualità delle relazioni con l’AFA, i tempi necessari per la conclusione delle procedure (oggi in media sopra i 6 anni), le condizioni di salute del minore per massimizzare le possibilità di adozione

Le autorità bulgare hanno insistito sul fatto che essere iscritti al registo degli adottanti non significa che sarà sicuramente trasmessa alla coppia una proposta d’adozione, ma che il loro dossier potrà essere esaminato se ci sarà un bambino con le caratteristiche adatte a quel nucleo familiare

adozione internazionale, ecco gli esiti della missione dell'Autorità Francese dell'Adozione in BulgariaI vertici dell’Agenzia Francese dell’Adozione (AFA) si sono recati in Bulgaria nei giorni 19, 20 e 21 febbraio: in particolare, la missione è stata guidata da Charlotte Girault, Direttrice Generale dell’AFA, accompagnata da Oksana Podetti, redattrice del polo Europa. La visita in Bulgaria è stata l’occasione per Girault per un nuovo incontro fruttuoso tra i differenti attori locali legati all’adozione internazionale.

Il Ministero della Giustizia, Autorità Centrale per l’adozione in Bulgaria, ha insistito sulla qualità delle relazioni con l’AFA. Nondimeno, il numero di bambini adottabili è in diminuzione. In tal modo, oggi, un progetto di adozione che poggi su un minore di meno di 7 anni in eccellente salute, senza storia familiare pesante o ritardo non ha alcuna speranza di concretizzarsi.

I bambini proposti per l’adozione internazionale hanno tutti una storia che ha necessariamente delle ripercussioni sul loro sviluppo, le quali si possono aggiungere a problemi di salute più o meno importanti. Questa informazione conferma le indicazioni delle comunicazioni precedenti effettuate a partire dal 2013.

L’Autorità Centrale raccomanda alle famiglie che la loro scelta venga fatta quando hanno effettivamente verificato il proprio ‘sì’. Tutti i rifiuti di un bambino in stato di salute corrispondente a quello che la coppia dice di essere pronta ad accettare, produce infatti una sanzione amministrativa per la famiglia. In parallelo, è consigliato alle famiglie che hanno un progetto di adozione in Bulgaria di partecipare alle giornate di formazione AFA e ai percorsi di preparazione delle famiglie organizzati dall’AFA e dai Consigli dipartimentali.
Inoltre, il Ministero della Giustizia bulgaro ha insistito sul fatto che l’iscrizione al registro delle coppie adottanti non significa affatto che sarà trasmessa una proposta di abbinamento al nucleo familiare, ma che il dossier sarà esaminato in vista di un eventuale abbinamento, se diverrà adottabile un minore con il profilo corrispondente al progetto della famiglia.
Inoltre, i ritardi rispetto a un’eventuale proposta di abbinamento si allungano. Il Ministero della Giustizia stima che per un bambino con meno di 7 anni in relativa buona salute, oggi ci vogliono più di 6 anni.
Le autorità bulgare hanno tenuto a raccomandare l’importanza della buona salute degli adottanti, della qualità del loro dossier (contenuto delle valutazioni, guadagni, entourage familiare) e della necessaria conformità al progetto definito e alla nota deliberata dal Consiglio Dipartimentale.
Inoltre, hanno insistito sul fatto che più il progetto d’adozione punta a un bambino piccolo in buona salute, più la famiglia deve essere giovane, in eccellente stato di salute e con buone condizioni di risorse e di abitazione. In pratica, lo scarto d’età massimo osservato è inferiore a 50 anni e si è ridotto per un bambino di meno di 7 anni.
Infine, se la questione dell’accesso alle origini è nel dibattito e interessa tutti gli attori dell’adozione in Bulgaria, essa rimane ancora complessa. Il segreto dell’adozione è ancor oggi protetto dalla legge e l’accesso alle origini non può essere accordato che per decisione giudiziaria. Se i testi di legge forniscono l’accesso alle origini, è necessario che la domanda sia fatta per ragioni imperative. In pratica, il passo resta complicato, se non impossibile. In effetti, la procedura giudiziaria è lunga e costosa e i giudici sono molto reticenti ad autorizzare un accesso alle origini. In tal modo, l’apprezzamento per le “ragioni imperative” è particolarmente stretto e nella realtà non ricorre che per ragioni mediche importanti (es. malattie genetiche). Nè è prevista alcuna evoluzione legislativa, a tale proposito, a breve termine.
Fonte: AFA