Adozione internazionale. Da Roma a Cagliari, passando per Firenze: la via crucis delle coppie italiane

Eppure basterebbe così poco. Un pizzico di solerzia in più e la riflessione che dietro le carte c’è sempre un bambino abbandonato che attende una famiglia.

Lo ripetiamo spesso, il percorso che porta un bambino a rinascere figlio attraverso l’Adozione Internazionale è una strada meravigliosa perché conduce alla felicità più grande, alla gioia di essere una famiglia. Ma è anche un percorso che necessita di tempo, mesi trascorsi in attesa, di pazienza.

Certo che a volte i tempi rischiano di dilatarsi un po’ troppo a causa di impedimenti burocratici che, con un po’ di attenzione in più, potrebbero essere brillantemente risolti, permettendo ad una famiglia in attesa di accelerare i tempi.

Lungaggini che non si verificano solo all’estero, ma anche qui nel nostro Paese e non si tratta di additare una città piuttosto che un’altra, perché purtroppo “intoppi amministrativi” ci vengono segnalati in diverse regioni dello stivale.

Roma, come Cagliari, come Firenze. 

Come a Roma, dove in Prefettura  lo sportello  dedicato ai documenti per l’adozione è aperto solo un giorno a settimana e solamente per 12 persone… allungando notevolmente la tempistica di attesa. O a Cagliari, dove un percorso di adozione internazionale che dovrebbe durare 4 mesi, spesso non ne dura mai meno di 8, tra pratiche smarrite in Tribunale e faldoni abbandonati, come ci racconta una coppia “dimenticata” ad iter concluso. Incontro con i giudici svolto a giugno e poi silenzio. Alle porte di ottobre del decreto, che dovrebbe arrivare entro 45 giorni, non vi era ancora traccia.

O come accaduto a Firenze a due aspiranti genitori adottivi, che ricevuto ad ottobre dello scorso anno la comunicazione del decreto, tre volte sono andati a ritiralo alla cancelleria del Tribunale dei minori non trovandolo mai pronto.

 Eppure basterebbe così poco. Un pizzico di solerzia in più e la riflessione che dietro le carte c’è sempre una famiglia che attende.