L’Adozione Internazionale ai tempi del Covid-19. Dal convegno di CEFAM e Amici dei Bambini note di ottimismo

Il riassunto degli interventi e delle voci di enti autorizzati, CAI, associazioni famigliari, tribunali ed enti locali

L’idea del convegno- webinar “L’adozione internazionale ai tempi del Covid-19”, tenutosi martedì 16 dicembre con la partecipazione, tra gli altri, del vicepresidente CAI (Commissione Adozioni Internazionali) Vincenzo Starita e organizzato dal CEFAM – Centro Europeo Formazione e Accoglienza Minori, in collaborazione con la sede di Bolzano di Ai.Bi. – Amici dei Bambini e con il contributo della Provincia Autonoma di Bolzano, partiva dal bisogno di conoscere cosa avesse fatto il sistema adozioni internazionali durante e dopo il lockdown.

Le coppie che si affacciano al mondo dell’adozione arrivano infatti agli incontri informativi con una serie di domande: “Davvero non si può piu’ adottare?”; “Davvero che i servizi non fanno colloqui perché sono chiusi al pubblico come pure i Tribunali per i Minorenni?”; “Quale possibilità si ha di adottare nei vari Paesi, sono chiusi anche loro?”.

La percezione dell’opinione pubblica, ma anche di alcuni servizi sociali territoriali, è di un sistema in crisi e bloccato a causa della pandemia. Questa la realtà o invece si può dimostrare il contrario? Con questo convegno si è voluto far emergere le realtà delle istituzioni, di alcune regioni, di alcuni servizi e tribunali, degli enti autorizzati e le associazioni familiari che ,durante questo periodo, si sono rimboccate le maniche e hanno promosso una serie di best pratice utili a tutto il sistema adozioni. Le quattro gambe del tavolo del sistema adozioni, CAI, Tribunali per i Minorenni Servizi socio sanitari , Enti autorizzati e associazioni familiari si sono messe a confronto, riflettendo su quanto e in quale modo ,questo particolare momento storico e’ riuscito a stimolare l’operatività .Ci saranno state anche realtà che si sono fermate, ma la giornata di riflessione di oggi ha permesso di far emergere uno spaccato della realtà adottiva in fermento, sottolineando come la volontà e la fiducia nel sistema hanno permesso l’inizio di una realtà del cambiamento.

Adozione Internazionale ai tempi del Covid-19: gli interventi

Per costruire questo convegno si è pensato di invitare dei relatori rappresentativi del sistema adozioni.

Petra Frei direttrice dell’Ufficio tutela dei minori e inclusione sociale della Provincia di Bolzano, nel rappresentare la voce delle regioni e delle province autonome, sostiene da anni le attività di sensibilizzazione e informazione sull’adozione, l’operatività degli enti autorizzati con sede locale e questo convegno è il sesto che la Provincia ha permesso di organizzare attraverso un contributo. Rispetto al ruolo di coordinamento nel 2020 la Provincia ha deciso di istituire un unico servizio adozione centralizzato con personale dell’Azienda Servizi Sociali e questo ha permesso di istituire un’equipe stabile. “La Provincia – ha spiegato la dottoressa Frei – ha coordinato gli incontri in sinergia con il Tribunale per i Minorenni, con il servizio adozioni, gli enti autorizzati, la scuola e le associazioni familiari previste dal protocollo d’intesa. Durante il lockdown è cambiato il modo d’incontrarsi in quanto, vista l’impossibilità di incontrarsi in presenza, si sono fatte molte riunioni online. Anche i corsi per le coppie sono proseguiti online come i colloqui del post adozioni. Importante è stata, poi, la riattivazione del tavolo di lavoro provinciale, che quest’anno avrà come tema di approfondimento il post adozione”.

Il già citato Vincenzo Starita vicepresidente della Commissione Adozioni Internazionali, ha rappresentato la voce dell’autorità centrale per la Convenzione dell’Aja. Il suo intervento, molto atteso dai partecipanti, ha approfondito il lavoro molto impegnativo che la CAI ha dovuto fare in questo particolare anno, consolidando la rete con gli enti autorizzati ma anche con i Paesi di provenienza dei bambini. Ha spiegato come si è attivato durante tutto il periodo per trovare soluzioni ma anche modalità operative alternative ,concordate con alcuni i paesi d’origine dei bambini per aiutare le coppie e la costruzione della famiglia

Benno Baumgartner, presidente del tribunale per i Minorenni di Bolzano, ha presentato l’attività del tribunale che durante il periodo del lockdown non si è mai fermato. Rileva che i numeri delle adozioni al momento sono diminuiti ma non le coppie che si affacciano in questo momento all’adozione.

Si è poi voluto presentare il lavoro dei servizi sociosanitari durante questo anno particolare. Per Regione Piemonte sono intervenute Chiara Avataneo, assistente sociale della Direzione Sanità e welfare – Servizio Regionale per le Adozioni Internazionali, e Cinzia Fabrocini psicopedagogista consulente per le Adozioni in rete della regione. Hanno raccontato come è stato molto utile il lavoro che avevano preparato nel tempo. Hanno presentato un modello articolato e completo costruito insieme agli enti autorizzati.

Per la Provincia Autonoma di Trento sono intervenute Selene Paoli e Flavia Chilovi, assistenti sociali ed entrambe appartenenti all’equipe adozioni dell’Uffico età evolutiva, genitorialità e centro per l’Infanzia della provincia. Hanno presentato la loro realtà organizzativa prima e durante il lockdown . Il loro servizio ha voluto fin da subito riorganizzarsi, decidendo di attivarsi attraverso l’uso di strumenti online. Hanno fatto colloqui, valutazioni, visite domiciliari online, supportando coppie e famiglie anche in piccoli gruppi. Sottolineano come in poco tempo hanno imparato nuove modalità di lavoro ma soprattutto hanno potuto stare accanto, virtualmente , alle coppie e alle famiglie in una situazione di emergenza. Hanno terminato la relazione riflettendo su come si potrà mettere a sistema quello che durante questo periodo hanno attivato, imparato ,condiviso perche’ questa nuova modalità di lavoro ha delle peculiarità

Per la Regione Emilia Romagna sono intervenute Francesca Donati, referente del settore adozioni per il Servizio Politiche Sociali e Socio-Educative della regione e Romana Taricco, assistente sociale per la Tutela Minori dell’Unione Comuni del Distretto Ceramico di Sassuolo (MO) . Nei loro interventi hanno presentato l’evoluzione dell’uso dello strumento online e di come ora sia diventato uno strumento di lavoro ormai importante. Il loro servizio ha supportato maggiormente le famiglie nel post adozione, inizialmente con colloqui individuali per poi incentivare la creazione di piccoli gruppi di auto-aiuto e gruppi con la presenza di esperti che s’incontravano online per approfondire tematiche comuni. L’uso di spazi aperti per gli incontri quali parchi o cortili è stato applicato per gli incontri in presenza. Interessante è stato apprendere come, nei servizi dell’Emilia Romagna, il post adozione di supporto alle famiglie duri due anni.

Adozione Internazionale ai tempi del Covid-19: le conclusioni

Importante e’ stata la voce delle associazioni familiari con l’intervento di Monya Ferritti presidente del Coordinamento CARE. Questo anno è stata una sfida per tutte le famiglie adottive e per le coppie in attesa importante è stato il supporto delle associazioni familiari attraverso lo strumento online. Nulla si è fermato, anzi, paradossalmente l’attività per le associazioni è stata maggiore.

Il convegno è stato concluso dal presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini Marco Griffini, che ha rappresentato la voce degli enti autorizzati o, come ha voluto sottolineare, la voce dei bambini abbandonati. Iniziando la relazione ha sottolineato come durante il convegno si sia respirato ottimismo. Questo insegna che il sistema è sano e salvo e che le “quattro gambe” dell’Adozione Internazionale (la CAI, i tribunali, i servizi sociali e gli enti autorizzati) ci sono.

L’immagine positiva che emerge da questo confronto porta quindi a confidare in un futuro costruttivo, dove ogni attore mette a disposizione della collettività le sue best pratice. Quanto illustrato nel convegno ha suscitato curiosità, voglia di approfondire e portare dei modelli e procedure illustrati in questa occasione nei propri territori. La contaminazione delle esperienze è sempre un esperimento di esito positivo.

Guarda il video integrale del convegno: