adozione internazionale. Nelle parole dei figli adottivi la bellezza di questa scelta di genitorialità

Adozione internazionale. Ecco che cosa fanno e dicono i figli di fronte al dono reciproco dell’amore di una mamma e un papà

Anche attraverso una frase o persino una parola, i genitori adottivi e i loro figli sperimentano la meraviglia della scelta di adozione internazionale che ha riempito di felicità e di vita la quotidianità delle loro famiglie

Pure nelle occasioni in cui il bambino manifesta disagio o si rivolge alla mamma con termini ‘forti’, nella comunicazione familiare tra genitori e figli è presente la forza di un ‘legame’ che ormai è divenuto inscindibile

adozione internazionale. Nelle parole dei figli adottivi la bellezza di questa scelta di genitorialitàUn abbraccio, uno sguardo, un cenno con le mani; ma anche una frase o soltanto una semplice parola può fare la differenza nel rapporto tra genitori e figli. A dimostrarlo, ogni giorno, i bambini che hanno ricevuto nuovamente il dono di poter essere chiamati figli attraverso la scelta dell’adozione internazionale. Una constatazione che emerge in concreto da quanto, attraverso i racconti dei genitori adottivi sul Forum di Ai.Bi., ma non solo, viene quotidianamente snocciolato nei rapporti familiari generati dall’adozione internazionale.

Una narrativa mai banale, certamente non sempre facile e felice, ma sicuramente assai espressiva e indice della saldatura di un legame tra madre-padre e figlio/a che è destinato a non rompersi più, proprio grazie all’adozione internazionale. Qualche esempio? Partiamo da quanto ha raccontato una mamma adottiva, con commozione: “Sono arrivati da 5 anni e le giornate sono delicate, a volte difficili, sempre in salita….ma ieri, uno dei due mi ha dedicato questa frase ed è stato un gran regalo: ‘Tutte possono essere madri, ma una sola è la mamma’”. Già, perché la comprensione del legame con la mamma è qualcosa di unico.

Qualcun’altra, invece, scherza sullo ‘stalkeraggio’ di un piccolo: “Non mi molla un attimo, abbracciato stretto come un koala. Lo prendo in giro e gli dico: ma una via di mezzo? O cattivo cattivo, o smielato smielato. Facciamo un po’ e un po’? ‘5 secondi, 5 secondi’ e mi stringe, e mi fa anche male perché è forte, è un uomo. E allora inizio e lui ride: guarda che tanto sono sempre qui io eh! Sarò sempre qui a romperti finché campo e non prendi moglie, che ti romperà le scatole anche lei!”.

Ma nel racconto della vita di famiglia adottiva c’è anche una ‘quota’ di sofferenza, inevitabile – come d’altra parte è sempre presente in tutte le famiglie del mondo – ed è il caso di una mamma che nel Forum Ai.Bi. racconta, per consolare un’altra madre adottiva: “Anche il nostro a volte lancia queste provocazioni, quando non gli lasciamo carta libera su quello che vuole, ovviamente: ‘In questa famiglia non si può mai fare niente, era meglio se restavo in XY’ e negli anni scorsi, quando aveva molta più rabbia e molta più confusione in testa, era molto più duro: non si contano le volte che mi ha gridato ‘tu non sei mia mamma, tu non sei nessuno per me’…”.Difficoltà normali, che mostrano la ‘ferita’ dell’abbandono di un bambino e l’enorme bisogno di amore e di affetto di cui ha bisogno. Proprio quello che la mamma e il papà adottivi ora sono in grado di donargli. Questione di tempo…

Anche per questo, è bello concludere con il pensiero di un bambino africano divenuto figlio grazie all’adozione internazionale, che si fa la domanda e poi si dà la risposta, nel dialogo con sua madre: “Mamma, qual è la cosa più bella che hai fatto nella tua vita?. E quando la madre sta per rispondere, la incalza: “Posso rispondere io?…Salire come due pazzi su un aereo e venire in Africa a prendermi…però ora, mamma, non ti emozionare!”. Come non regalargli un bacio sulla fronte! Proprio quello che ha fatto la mamma adottiva, commentando a sua volta: “Tempo ci vuole, ma l’Amore fa miracoli!”.