Adozione internazionale in Ucraina: non passa il progetto di ratifica della Convenzione dell’Aja

OLYMPUS DIGITAL CAMERAIl Comitato di esperti chiamato a esprimersi sul progetto di legge n. 14 del 14 gennaio 2013, presentato dal presidente dell’Ucraina Viktor Yanukovych, per la ratifica della Convenzione de ‘Aja del 1993 sulla protezione dei minori e la cooperazione in materia di adozione internazionale, ha espresso il proprio parere negativo concludendo che “il progetto va rielaborato e perfezionato”.

Dall’ormai lontano 2001 ad oggi sono stati presentati ben 5 progetti di legge per la ratifica di questo importante strumento che consentirebbe di organizzare le adozioni internazionali come avviene ormai nella maggioranza dei paesi, e cioè con il controllo delle autorità centrali e con una serie di regole prestabilite fra i Paesi di origine del minore e di accoglienza. I progetti di legge finora presentati sono stati tutti respinti dopo lunghi iter.

Nell’ultimo progetto di legge dello scorso gennaio, in esame presso il Parlamento ucraino (chiamato Verkhovna Rada, ovvero “Consiglio Supremo”), come Autorità Centrale per le Adozioni Internazionali era stato indicato il Ministero delle Politiche sociali ed erano state proposte alcune soluzioni rispetto agli articoli 12, 22, 23, 25, 28 e 34 della Convenzione, che ponevano dei problemi di compatibilità con le leggi interne dell’Ucraina. Nel progetto erano formulate delle riserve su alcuni aspetti della Convenzione per consentire di procedere con le adozioni almeno con quei Paesi che le avrebbero accettate.

Con il parere delle Commissioni Parlamentari specializzate, a firma del presidente V. Shamota, primo vice capo dell’Ufficio centrale, è stato dunque bocciato anche quest’ultimo progetto di legge per la ratifica. Nel parere infatti si legge di alcuni aspetti che rimangono controversi e che non consentono all’Ucraina di accettare i contenuti della Convenzione.

Ciò riguarda in particolare gli articoli 9 e 21 della Convenzione che secondo il Comitato di esperti non erano sufficientemente chiari nel progetto di legge e che possono comportare dei “rischi” per l’Ucraina. Le autorità ucraine non sono infatti pronte ad accettare il fatto che i minori adottati cessino di mantenere rapporti con la famiglia di origine né il fatto che le informazioni da trasmettere al Paese di origine siano condizionate dalla Convenzione al rispetto delle leggi del nuovo paese di residenza del minore. Sappiamo che già adesso l’Ucraina chiede l’invio di rapporti sul minore fino al compimento dei 18 anni e che i relativi documenti vengono conservati presso il Ministero degli Affari Esteri dell’Ucraina attraverso il corrispondente ufficio consolare.

Un altro aspetto che preoccupa le autorità ucraine deriva dall’articolo 21 della Convenzione: il Paese prima di ratificare vorrebbe maggiori garanzie di intervento rispetto alle soluzioni da attivare per il minore ucraino adottato all’estero nel caso in cui l’adozione venga per qualche motivo revocata perché non più rispondente al suo interesse. Secondo il parere emesso, le autorità ucraine vorrebbero un ruolo più attivo nella scelta delle soluzioni alternative per il bambino da attivare all’estero e non sarebbe sufficiente per loro la semplice “informazione” su quanto attivato nel Paese degli adottanti, visto che l’attuale legislazione ucraina prevede l’annullamento dell’adozione in determinati casi anche quando il minore adottato si sia trasferito all’estero.

In attesa che vengano sciolti anche questi dubbi in una prossima formulazione della proposta di legge, la speranza è che si giunga presto alla ratifica visto che l’Ucraina è un paese dove l’abbandono minorile è un fenomeno che si manifesta con numeri altissimi.