Adozione Internazionale: “Jiang è scoppiato in pianto ma la maestra ha continuato a leggere tenendolo abbracciato”

“E’ stata una giornata che ha fatto comprendere quali miracoli possa compiere l’adozione, anche quando il dolore dei bambini abbandonati è così forte, anche a distanza di anni: alla fine tutti i compagni si sono lanciati su Jiang per consolarlo”.

Quante volte i ricordi affiorano quando meno sono attesi. Capita anche e soprattutto ai nostri figli, specie se sono accolti in adozione quando sono grandicelli: il loro passato, più o meno ingombrante, ha specificità e sfumature, così che per i bambini parlarne fuori dalla famiglia acquisisce un valore importante per la costruzione della propria identità, per costruire le proprie sicurezze e rinsaldare legami.

E’ capitato a un ragazzino di 12adottato con Ai.Bi. in Cinasei anni fa da una famiglia di Milano: attraverso un compito a casa –  un tema – il bambino ha potuto condividere con i compagni di classe gli aspetti più intimi e profondi del suo passato, quelli dolorosi, che solo con l’adozione ha saputo superare.

Una mattinata intensa…

È stata una mattinata intensa per tutta la classe – racconta la mamma di Jiang –  tutti i compagni si sono commossi e hanno molto apprezzato il gesto di nostro figlio. La maestra è stata molto brava nell’accogliere il desiderio di Jiang, di parlare apertamente della sua adozione: nessuno ne aveva chiaramente mai fatto segreto, ma spesso capita che se non se ne parla apertamente, condividendo l’esperienza, nei nostri figli può rimanere qualcosa di non detto, che pesa sul cuore”.

Tutto è iniziato durante la correzione di un compito: Jiang, comprendendo di essere andato fuori tema, ha chiesto conferma all’insegnante.

La maestra si era accorta che da tempo Jiang esprimeva la necessità di essere compreso fino in fondo dai suoi compagni, proprio per la sua diversità e unicità – dice il papà – conoscendo il contenuto del tema, ha chiesto quindi a nostro figlio se volesse leggerlo insieme a lei davanti alla classe. E Jiang ha accettato”.

Così, bambino e maestra hanno iniziato a leggere. Jiang è scoppiato in pianto dopo poche righe. “La maestra ha continuato a leggere con il suo permesso, tenendolo abbracciato – aggiunge la mamma – Jiang aveva scritto molto di sé, raccontando degli anni trascorsi in Cina in istituto.  Avendo avuto oggi esperienza della famiglia, ha potuto comprendere la differenza con la sua vita passata: andava a scuola, mangiava, giocava, era trattato bene ma si sentiva solo, in un istituto con tantissimi bambini come lui”.

A quel punto, raccontano i genitori, anche molti dei suoi compagni hanno cominciato a commuoversi e a piangere con lui. Non solo. Un altro compagno di classe, anche lui adottato in Cina molti anni prima di Jiang, ha condiviso questo momento con grande commozione, iniziando a raccontare quello che lui stesso ricordava del suo viaggio verso l’Italia assieme alla sua famiglia.

È stata una giornata che tutti hanno vissuto con grande intensità, che ha rafforzato legami di amicizia e ha fatto comprendere quali miracoli possa compiere l’adozione, anche quando il dolore dei bambini abbandonati è così forte, anche a distanza di anni – concludono i genitori – alla fine tutti i compagni si sono lanciati su Jiang per consolarlo”.

Il quale, felice e rassicurato dalla reazione dei compagni si sarebbe però affrettato a dire: “Grazie grazie, però facciamo attenzione, c’è il Covid!”